Netflix e l’abbonamento più economico con pubblicità

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L’ipotesi è stata lanciata all’inizio del mese scorso e sembra ora prendere sempre più corpo: Netflix sta pensando all’introduzione di un abbonamento economico sostenuto dalle pubblicità. A parlarne è questa volta direttamente il numero uno del gruppo, il co-CEO e co-fondatore Reed Hastings, in occasione di un incontro con gli investitori a proposito dei risultati finanziari registrati nel primo trimestre 2022.

Netflix con le pubblicità: così costerà meno

In caso di ufficializzazione, la piattaforma seguirebbe l’esempio del concorrente Disney+. Si tratterebbe di un cambiamento importante per la società, da sempre contro la complessità dell’advertising e grande fan della semplicità di una sottoscrizione. Se i competitor si muovono in questa direzione, non fare altrettanto potrebbe però tradursi nella perdita di audience e in un conseguente significativo calo delle entrate.

Nel corso del Q1 2022 concluso a marzo, Netflix ha registrato una diminuzione degli abbonati a livello globale. È la prima volta che accade nell’ultimo decennio: -200.000 circa rispetto al Q4 2021. La previsione è quella di un trend destinato a proseguire nei prossimi mesi e, anzi, a pesare ancor di più, fino a -2.000.000 nel Q2 2022. La responsabilità è da attribuire in primis all’aumento dei prezzi introdotto a gennaio per Stati Uniti e Canada. Ecco perché il lancio di un’alternativa più economica supportata dalla pubblicità potrebbe rivelarsi una scelta vincente.

La società sta cercando da tempo di adeguare ed evolvere il proprio modello di business, percorrendo la strada della diversificazione. Lo ha già fatto puntando sul gaming e potrebbe continuare su questa strada estendendo il proprio raggio d’azione agli sport trasmessi in diretta. In questo territorio si troverebbe a dover fare i conti, tra gli altri, con Amazon Prime Video. Nel mirino potrebbero finire anche il calcio e le sue competizioni più importanti.

Il mese scorso, i vertici di Netflix hanno deciso di lasciare la Russia, allineandosi a quanto fatto da altre realtà del mondo online. Una scelta che è costata loro una class action intentata dagli utenti rimasti senza film e serie TV.

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