Mai sentito parlare di blockchain? Si tratta della tecnologia diventata popolare grazie ai Bitcoin ovvero alle criptovalute. Letteralmente catena di blocchi, è un libro mastro, un registro pubblico decentralizzato e visibile a tutti, dove ogni transazione o contratto viene conservato e reso sicuro con la crittografia. Per accedere basta una connessione a Internet e nessuno la controlla: ogni partecipante può visionare le operazioni, verificarle e approvarle. Nasce nel 2008 insieme ai Bitcoin, la prima moneta virtuale decentralizzata Del creatore si conosce solo lo pseudonimo, Satoshi Nakamoto, entità che a dicembre è stata riconosciuta come la 44esima persona più ricca del mondo, con un patrimonio di 19,7 miliardi di dollari. Il World Economic Forum ha previsto che entro il 2025, il 10% del Pil scorrerà su blockchain.
Come funziona la blockchain
I computer connessi alla rete della moneta virtuale registrano ogni generazione di nuovi Bitcoin e ogni passaggio di proprietà di un Bitcoin su blockchain, registro pubblico e condiviso tra tutti gli utenti della rete che verifica e autentica quanti sono i Bitcoin e a chi appartengono. Ogni volta che un Bitcoin passa di mano, questo trasferimento viene registrato su blockchain, che significa proprio catena di blocchi, in un nuovo blocco di dati crittografato, che si aggiunge ai blocchi in cui sono incluse le operazioni precedenti e alle quali si lega.
Oggi i blocchi sono poco meno di 500.000. È impossibile modificarne uno, perché sarebbe incompatibile con tutti quelli precedenti e quelli successivi. Questo registro condiviso è una sorta di banca centrale dei Bitcoin, la massima garanzia dell’esistenza e della titolarità delle monete virtuali. Dopo il Bitcoin sono nate molte altre monete virtuali e alcuni Stati stanno provando a creare valute nazionali, come l’Estonia (estCoin), la Tunisia (eDinar) o la Svezia La (eKrona).
Non solo Bitcoin: gli altri usi della blockchain
In realtà, le potenzialità possono invadere molti altri campi della nostra vita. Tra gli usi più originali di blockchain c’è quello dell’azienda olandese LegalThings. Il 10 gennaio ha lanciato l’app LegalFling per dare il proprio consenso preventivo a rapporti sessuali con una persona. Scegliendo il cuore si accetta la relazione, con la X la si rifiuta. I contratti così stipulati sono memorizzati sul registro virtuale e hanno valore legale: si può specificarne anche la durata e altri termini. Tra gli utilizzi c’è anche l’abbattimento della burocrazia. Come il voto elettronico. E nei blocchi possono essere memorizzate anche le proprie condizioni di salute.