Forte aumento dei nation state cyberattack negli ultimi anni

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Un recente report ha spinto HP ad inviare le aziende a proteggere i propri endpoint che risultano essere il bersaglio più diffuso. Secondo Nation States, Cyberconflict and the Web of Profit, infatti, i nation state cyberattack sono sempre più frequenti e diversificati. Il report mette in evidenza come ci stiamo avvicinando, sempre di più, ad una situazione di “cyberconflitto avanzato” mai registrata prima d’ora.

Raddoppiano i nation state cyberattack

La ricerca realizzata da Dr. Mike McGuire, Senior Lecturer in Criminologia presso l’Università del Surrey con il supporto di HP mette in evidenza alcuni elementi chiave. Tra il 2017 ed il 2020, infatti, si è registrato un aumento del 100% di attacchi nation state definiti “significativi”.

Dal 2009 in poi, inoltre, le aziende sono il bersaglio più frequente di questi attacchi con un totale del 35%. Più indietro troviamo il settore della cyberdifesa (25%), media e comunicazione (14%), enti governativi e legislativi (12%), e infrastrutture critiche (10%).  I risultati della ricerca mettono in evidenza tensioni crescenti anche per via della presenza di strutture complesse legate all’economia clandestina del crimine informatico, chiamata Web of Profit.

Il Web of Profit arricchisce i national states

I national states traggono profitto da The Web of Profit e stanno acquistando servizi e strumenti direttamente dal dark web. Gli strumenti da loro sviluppatori, inoltre, sono sempre più diffusi sul mercato nero. Il 65% del panel di esperti interpellati crede che i national states si stiano arricchendo grazie al crimine informatico. Il 58%, inoltre, aggiunge che il reclutamento di criminali informatici dai national states è sempre più frequente.

Per maggiori dettagli sulla questione rimandiamo alla ricerca completa: Nation States, Cyberconflict and the Web of Profit 

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