Abbiamo già avuto modo di scrivere nei giorni scorsi su queste pagine perché la scelta di affidarsi a un Green Pass falso o contraffatto rappresenti una pessima idea, riprendendo una delle linee guida pubblicate sul sito istituzionale del Certificato Verde. Evidentemente, non tutti hanno recepito il messaggio.
Comprano Green Pass falsi su Telegram: truffati due volte
Si ha oggi notizia di un’operazione messa in campo dalla Polizia Postale e battezzata Fake Pass, con l’obiettivo di fermare coloro che attraverso Telegram proponevano l’acquisto di documenti falsificati, raggiungendo le loro vittime con un messaggio di questo tipo.
Ciao, ti spiego brevemente come funziona: attraverso i dati che ci fornisci (nome e cognome, residenza, codice fiscale e data di nascita) una dottoressa nostra collaboratrice compila un certificato vaccinale e (quindi sì, risulti realmente vaccinato per lo Stato) e da lì il Green Pass.
L’azione di contrasto è portata avanti dai militari di Roma, Milano e Bari, coordinati dalle procure. Identificati gli amministratori di 32 canali: nei loro confronti sono scattati perquisizioni e sequestri, dovranno risponderne di fronte alla giustizia.
Il fenomeno non è una novità. Già nelle scorse settimane, ancor prima del decreto che ha introdotto il Certificato Verde obbligatorio in Italia, sono comparsi su Telegram criminali intenzionati ad aggirare coloro che non disponendo di un Green Pass legittimo cercano una scorciatoia per ottenerlo senza sottoporsi alla vaccinazione, a un test valido oppure senza attendere le due settimane necessarie dopo la prima somministrazione.
Gli sprovveduti che abboccano all’amo si trovano a dover fare i conti non con una sola brutta sorpresa, ma con due: oltre a corrispondere la cifra richiesta per il documento falso, consegnano le loro informazioni a malintenzionati che potranno poi ricattarli con la minaccia di diffonderle. Insomma, se ci state pensando, lasciate perdere.
Concludiamo ricordando che sono tre le strade percorribili per ottenere il Green Pass: sottoporsi al vaccino, essere in possesso del certificato di guarigione da COVID-19 o eseguire un test riconosciuto. In alcuni casi specifici è inoltre previsto l’impiego di un’esenzione.