Streaming pirata bloccato entro 30 minuti

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La Camera dei Deputati ha approvato oggi le proposte di legge presentate da un gruppo di deputati di Lega e Fratelli d’Italia tra metà ottobre e fine novembre. Il testo unificato stabilisce provvedimenti urgenti per bloccare la diffusione di contenuti illeciti, quindi non solo partite di calcio, ma anche film, serie TV e altri programmi, attraverso una piattaforma sviluppata in collaborazione da operatori, AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) e ACN (Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale).

Blocco dello streaming entro 30 minuti

Il potere di ordinare lo stop allo streaming illegale è stato assegnato ad AGCOM. L’autorità può chiedere agli ISP (Internet Service Provider) di impedire l’accesso ai contenuti mediante il blocco della risoluzione DNS dei nomi di dominio e dell’instradamento del traffico di rete verso gli indirizzi IP usati per tali attività.

Nel caso di contenuti trasmessi in diretta, come le partite di calcio o i programmi di intrattenimento, AGCOM può chiedere un provvedimento d’urgenza senza contraddittorio su richiesta del titolare o licenziatario del diritto d’autore. I destinatari del provvedimento dovranno attivare il blocco entro 30 minuti dalla comunicazione. La notifica verrà inviata agli ISP, al soggetto che ha chiesto l’adozione del provvedimento e ai gestori dei motori di ricerca (che quindi devono eliminare dai risultati i siti che offrono i link per accedere allo streaming pirata).

Se gli indirizzi IP sono all’interno dell’UE, AGCOM può avviare collaborazioni con le autorità di altri paesi. Se invece gli indirizzi IP sono fuori dall’UE, AGCOM dovrà chiedere l’inserimento nella Counterfeit and Piracy Watch List stilata dalla Commissione europea. AGCOM dovrà inoltre trasmettere i provvedimenti adottati alla Procura della Repubblica di Roma.

Entra 30 giorni dall’entrata in vigore della legge, AGCOM e ACN convocheranno un tavolo tecnico con gli operatori per definire i requisiti della piattaforma che permetterà di eseguire il blocco in modo automatico. I costi per la realizzazione (entro sei mesi) sono a carico degli operatori (ad esempio, DAZN e Sky) che partecipano al tavolo tecnico, ad eccezione degli operatori di telecomunicazioni e dei fornitori di accesso ad Internet che non siano anche fornitori di contenuti.

Come si può intuire, allo stato attuale, il blocco dello streaming pirata entro 30 minuti sembra quasi impossibile, considerando tutti i passaggi necessari. In termini concreti, Sky o DAZN devono comunicare l’elenco dei nomi dei domini e degli indirizzi IP ad AGCOM. Quest’ultima è poi chiamata a ordinare il blocco agli ISP. I professionisti del settore cambiano gli indirizzi IP con estrema velocità, quindi il fenomeno sarà difficile da contrastare. Un’alternativa percorribile e che troverebbe molti d’accordo, a partire dagli spettatori, è quella che passa da una riduzione dei prezzi degli abbonamenti.

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