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The Old Guard 2 è su Netflix: Charlize Theron torna tra azione e immortalità. Scopri trama, recensione e novità del sequel tra Roma e cliffhanger finali.

The Old Guard 2

Uscita e produzione

Distribuito da Netflix il 2 luglio 2025, The Old Guard 2 segna il ritorno della squadra di guerrieri immortali capitanati da Charlize Theron (Andy). Il film, diretto da Victoria Mahoney — in sostituzione di Gina Prince‑Bythewood — presenta un cast ricco di star: KiKi Layne, Matthias Schoenaerts, Marwan Kenzari, Luca Marinelli, Chiwetel Ejiofor e le new entry Uma Thurman (Discord) e Henry Golding (Tuah). Le riprese si sono svolte tra Italia (Cinecittà Roma, Trieste, Lago d’Iseo e Como) e Regno Unito, dopo qualche intoppo (un incendio sul set a Cinecittà nel 2022).

Trama e protagonisti

Il sequel riprende dopo circa cinque‑sei mesi: Andy, ora mortale, affronta nuove sfide con la sua squadra. L’antagonista è Discord, il primo immortale incarnato da Uma Thurman, che mira a estinguere gli altri. La rinata Quỳnh (Veronica Ngô), liberata da Discord, cerca vendetta contro Andy.

Il film introduce la scoperta che l’immortalità può essere trasmessa o strappata, con Nile come ultimo immortale, e Booker che trasferisce i suoi poteri alla leader prima del gran finale presso una centrale nucleare.

⚔️ Punti di forza

❌ Critiche e debolezze

⭐ Voto complessivo

Un sequel dal potenziale evidente — tra cast di alto profilo, location suggestive e una riflessione filosofica accennata — ma penalizzato da una sceneggiatura fiacca e azione poco brillante. Un 6,5/10: piacevole per i fan, ma non soddisfa appieno.

Il futuro della saga

Il finale aperto prepara il terreno a un terzo capitolo, anche se Netflix non ha ancora confermato nulla. Il fumettista Greg Rucka ha sempre concepito la saga come una trilogia, e l’introduzione di Discord e il trasferimento di immortalità suggeriscono una storia in più atti.

Conclusioni

The Old Guard 2 si propone come un action‑drama dal respiro alto, ma inciampa nel mezzo: se da una parte offre momenti memorabili — come lo scontro tra Theron e Thurman — dall’altra risente di un’eccessiva lentezza e di una narrazione frammentaria. Resta interessante per gli appassionati, specie per l’aspetto visivo e la rappresentazione della mortalità, ma rischia di sembrare un ponte narrativo per un film successivo piuttosto che un sequel a sé stante.

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