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Urge una riflessione a riguardo, perché non riguarda solo la qualità complessiva dei prodotti. Se da un lato sono numerose le sit-com pensate male e sviluppate peggio che hanno caratterizzato gli ultimi anni, dall’altra pagano la crisi anche serie ben fatte che avrebbero meritato maggiore fortuna. Ne avevamo già parlato a proposito di How I Met Your Father, tagliata dopo due stagioni da Hulu, e altrettanto si potrebbe dire a proposito di That ’90s Show.
Sequel della celebre That ’70s Show, la produzione Netflix ha avuto più spazio di tante altre.
Non abbastanza, però. Dopo una prima stagione da dieci episodi, Netflix aveva deciso di scommettere sulla sit-com con un rinnovo piuttosto inusuale per i tempi che corrono: sedici episodi, distribuiti in due parti. Una stagione vera, in sostanza. L’unica soluzione per dare respiro e spazio a un genere che necessita di tempo e pazienza per sviluppare i suoi prodotti migliori.
I numeri, però, non sono stati dalla parte di That ’90s Show. La seconda stagione, andata in onda nei mesi scorsi, è entrata solo una volta nella top ten della serie più viste su Netflix. Con la prima parte, foriera di discreti risultati: 1,8 milioni le visualizzazioni raccolte. La seconda, invece, uscita il 22 agosto dell’anno in corso, è sempre stata fuori dalla classifica. Troppo poco per ottenere un rinnovo.
Un peccato, vero: nel corso della sua breve avventura, That ’90s Show aveva dimostrato di avere qualcosa di vero da raccontare da leggerezza, sfuggendo sempre alle pigrizie dei prodotti che puntano tutto sull’effetto nostalgia.
Il pubblico aveva apprezzato (tiepidamente), ma i numeri non sono stati abbastanza forti da giustificare un rinnovo.
Kurtwood Smith, splendido interprete di Red Forman, ha così commentato la notizia sui suoi canali social: “Ho amato ogni minuto trascorso a dare vita a Nonno Red per tutti voi. L’ho già detto, ma vale la pena di ripeterlo… questo show aveva così tanto cuore e il cast, gli autori, i registi, la troupe e i produttori più meravigliosi con cui un attore possa sperare di lavorare“.
Insomma, questa storia è ormai chiusa. E a questo punto ci si domanda cosa serva al mondo delle sit-com per imporsi all’attenzione del pubblico nell’era dello streaming. Una cosa, certamente: il tempo, anche per sbagliare. Vale per chi viene cancellato dopo una sola stagione, ma vale anche per chi subisce il taglio dopo due. Quel tempo, però, non c’è più. Noi, dal canto nostro, torneremo sull’argomento. Prepariamoci, intanto, all’ennesimo rewatch di Friends o di The Office.
