C’è un cambio di rotta che farà discutere i fan più affezionati dell’Uomo d’Acciaio. Dopo mesi di attesa e un’accoglienza al botteghino tra le più forti dell’anno, Superman di James Gunn si prepara a entrare nella stagione dei premi in un modo del tutto inatteso. Warner Bros. ha infatti deciso di presentare il film nelle categorie drammatiche dei prossimi Golden Globe, una scelta che ribalta completamente l’immaginario con cui per decenni il supereroe è stato percepito sul grande schermo.
Per la nuova incarnazione di Clark Kent, interpretata da David Corenswet, Gunn sembra voler spingere l’universo DC verso un territorio più serio e complesso. Niente più leggerezza o puro spettacolo d’azione, ma un film che ambisce a essere considerato a tutti gli effetti un dramma. Warner ha infatti iscritto Superman nella categoria miglior film drammatico, insieme alle candidature per miglior attore (Corenswet), miglior attrice non protagonista (Rachel Brosnahan) e miglior attore non protagonista (Nicholas Hoult). Gunn stesso è stato proposto per miglior regia e miglior sceneggiatura, mentre la canzone originale “The Mighty Crabjoy’s Theme, firmata dal regista con Eric Nally e Devin Williams, concorrerà per il premio musicale.
Un posizionamento che non è solo strategico ma anche simbolico. Dopo anni in cui i cinecomic hanno dominato il box office ma faticato a imporsi come cinema “serio”, Gunn sembra voler cambiare le regole del gioco. Il suo Superman mostra un Clark Kent diviso tra il suo essere umano e la sua natura aliena, un personaggio che vive il peso della responsabilità e dell’identità con toni quasi esistenziali. Nonostante i toni di questo film siano molto più leggeri della versione proposta da Zack Synder, molti critici abbiano parlato del film come di una riflessione politica e morale, con sequenze che evocano parallelismi contemporanei – come l’invasione della fittizia Boravia nel povero stato di Jarhanpur, interpretata da alcuni spettatori come un rimando ai conflitti reali che dominano le cronache.
La decisione, però, non piacerà a tutti. Storicamente, Superman è stato sinonimo di speranza, idealismo e spettacolo popolare. Portarlo nel campo del dramma potrebbe alienare una parte del pubblico che si aspettava un ritorno più “classico”, soprattutto dopo la lunga fase di transizione del DC Universe. Gunn, d’altra parte, non è nuovo a operazioni coraggiose: la sua trilogia dei Guardiani della Galassia per Marvel aveva già mostrato la capacità di fondere commedia e introspezione, ma con Superman il tono cambia radicalmente.
Sul piano tecnico, il film ha già raccolto ampi consensi. È tra i candidati più probabili per gli effetti visivi agli Oscar, grazie al lavoro di Stephane Ceretti e del suo team, e potrebbe farsi notare anche nelle categorie sonore, trucco e acconciature. Resta però una grande assenza: la colonna sonora composta da John Murphy e David Fleming, che riprende ampiamente il celebre tema di John Williams del 1978, non potrà essere considerata per il premio alla miglior musica originale, non raggiungendo la percentuale minima richiesta di composizione inedita.
Non sarebbe la prima volta che un film DC riesce a rompere le barriere dei generi ai premi principali. Joker di Todd Phillips nel 2019 riuscì a trionfare sia ai Golden Globe che agli Oscar (oltre che a vincere il Leone d’Oro a Venezia), dimostrando che anche un personaggio nato nei fumetti può diventare materia da grande cinema d’autore. Ma l’ambizione di Gunn è ancora più alta: ridefinire l’Uomo d’Acciaio non come simbolo del potere, ma come metafora del dubbio e del limite umano.
Le nomination ai Golden Globe saranno annunciate l’8 dicembre, e solo allora si capirà se la scommessa del regista troverà riscontro anche tra i giurati. Di certo, la sua scelta di trattare Superman come un dramma adulto e complesso è destinata a dividere i fan, segnando un nuovo capitolo, forse il più controverso, nella lunga storia del supereroe più iconico del cinema.
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Fonte: Variety
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