Stephen King ha eletto il “film horror più spaventoso di sempre”

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Chi, se non Stephen King, è accreditato per parlare di film horror nel miglior modo possibile?

A dirla tutta, Stephen King è ormai presissimo da ruolo di critico televisivo e cinematografico, senza mai perdersi un pezzo. Esce Teacup, una delle serie horror più attese dell’anno? Stephen King è stato pronto a parlarne, senza nascondere un notevole entusiasmo. Arriva From? Stephen King è puntualissimo, e anche qui non sono mancati i complimenti generosi. Procedono, inoltre, gli adattamenti sul piccolo e sul grande schermo delle sue opere: ultima, ma non ultima, Carrie, in arrivo in tv grazie all’autorevole firma di Mike Flanagan.

Insomma, Stephen King non perde un colpo.

Stavolta, ha eletto il film horror più spaventoso di sempre.

L’ha fatto grazie a un pezzo pubblicato da Variety, nel quale l’autore motiva a fondo la sua scelta. Ecco, allora, alcuni stralci.

“Ho pensato a lungo alla domanda, forse persino più a lungo di quanto la materia – il mio film horror preferito – si meriti… Ma è anche vero che ho guardato un sacco di film horror, quindi forse è una domanda valida”, scrive in apertura Stephen King. Per poi arrivare alla risposta: “Sono arrivato alla conclusione che il livello di terrore vari a seconda dell’età. Quando avevo 16 anni, l’horror più spaventoso era Gli invasati (diretto da Robert Wise). Da adulto era The Blair Witch Project, con il suo senso di destino ineluttabile che monta, e quegli ultimi 35 secondi da capogiro. Ma se dovessi dirne uno, direi La notte dei morti viventi, il capolavoro a basso budget di George A. Romero”.

Stephen King evidenzia anche alcuni limiti strutturali del film, ma allo stesso tempo capovolge la narrazione.

“Ora che ci penso, c’è una somiglianza reale con Blair Witch: entrambi hanno musica minimale o zero, entrambi usano attori sconosciuti a cui nessuna darebbe un soldo, entrambi hanno effetti speciali quasi inesistenti a livello tecnologico. E funzionano non a scapito di quelle cose, ma proprio per quel motivo”. Insomma, l’investitura è chiara: Stephen King ha parlato, e come ogni volta è una sentenza.





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