Se vi siete persi questa leggendaria serie anime, tra poco potrete recuperarla al cinema

Ci sono anime che non smettono mai di brillare, anche a distanza di anni. Alcune tornano ciclicamente a emozionare nuove generazioni di spettatori, ricordando a chi c’era quanto sia difficile dimenticarle. Una di queste, considerata da molti una delle vette assolute dell’animazione giapponese, sta per tornare sul grande schermo in una veste speciale pensata proprio per i fan e per chi non l’ha mai vista al cinema. La 15th Anniversary – Special Edition di Fullmetal Alchemist: Brotherhood arriverà nelle sale italiane per inaugurare la nuova collana Animagine creata da Dynite Adler Entertainment. Le date da segnare sul calendario sono: il 17 novembre per la versione originale sottotitolata e il 18 e 19 novembre per quella doppiata in italiano, con le voci storiche del cast che ha reso indimenticabile la serie quindici anni fa.

Prima di questo ritorno in sala, l’opera è stata presentata in anteprima al Lucca Comics & Games 2025, dove il pubblico ha potuto assistere a una proiezione speciale degli ultimi sei episodi della serie, introdotta dal regista Yasuhiro Irie. Proprio in questo contesto abbiamo incontrato Irie per parlare del successo e dell’eredità di un titolo che continua a unire spettatori di tutte le età. «Avevo visto la serie precedente e l’avevo apprezzata – ci ha raccontato – Erano passati circa cinque o sei anni, quindi anche il pubblico aveva avuto tempo per metabolizzarla. La mia versione è stata accolta con molta intensità, forse anche per la maggiore lunghezza, ma credo che ci siano tanti modi diversi di amare Fullmetal Alchemist, in tutte le sue forme. Questo è uno dei suoi punti di forza».

Con Brotherhood, Irie ha scelto di restare fedele al manga di Hiromu Arakawa, valorizzando il cuore emotivo della storia dei fratelli Elric. Eppure, l’anime affronta temi difficili, dalla perdita al senso di colpa, fino alle riflessioni sulla vita e sulla morte. «Ho voluto trattarli senza filtri, ma senza mostrare la violenza in modo diretto – spiega – Non volevo fare un anime horror o splatter. L’importante era raccontare le emozioni, non l’atto in sé. L’obiettivo era far capire cosa provano i personaggi, non scioccare chi guarda».

Nel corso della conversazione, il regista è tornato più volte sul concetto di alchimia, non solo come elemento narrativo ma come processo creativo. «Il successo di Brotherhood nasce da due fattori – dice – Prima di tutto dalla bellezza dell’opera originale, e poi dal lavoro di uno staff eccezionale: animatori, doppiatori, tecnici… tutti hanno contribuito con passione. Si è creata una sorta di reazione chimica, o meglio, alchemica, che ha reso possibile dare vita a quest’opera nel modo in cui la conoscete».

Con indosso una maglietta di Zenitsu Agatsuma, uno dei protagonisti dell’anime fenomeno del momento Demon Slayer, Irie sorride quando gli viene chiesto del suo primo amore per l’animazione. «Questa l’ho comprata all’aeroporto di Haneda – svela – Ho iniziato ad amare gli anime quando avevo dieci anni, vedendo per la prima volta i film di Hayao Miyazaki. Mi colpirono profondamente. Pensai: anch’io voglio creare opere con un’animazione così bella. Da allora ho deciso che sarei diventato prima di tutto un animatore».

Quando invece gli è stato chiesto quale scena ricordi con più orgoglio, Irie non ha dubbi: «La sequenza del ventiseiesimo episodio, quando Edward si ritrova davanti alla Porta della Verità e si ricongiunge con Alphonse. Nel manga quella scena è leggermente diversa, ma ho voluto renderla ancora più intensa, amplificando le emozioni dei due fratelli. Arakawa-sensei l’ha apprezzata molto, e per me è stato il riconoscimento più grande».

E infine, parlando dei villain della serie, offre una riflessione che racchiude l’essenza stessa di Fullmetal Alchemist: «Gli Homunculus rappresentano vizi e sentimenti umani (invidia, avarizia, superbia) ma in fondo non sono diversi da noi. Ho cercato dentro me stesso quelle emozioni per rappresentarle nei personaggi. Il legame tra loro e noi nasce da questo: dalle nostre stesse debolezze».

A quindici anni dal debutto di Brotherhood, le parole di Yasuhiro Irie suonano come un promemoria sulla potenza dell’animazione giapponese quando sa parlare di umanità e di empatia e una conferma sui motivi che la rendono così leggendaria e amata dal pubblico. Per chi se la fosse persa quando è uscita, ora arrivano alcune occasioni per recuperarle in una speciale riedizione: appuntamento al cinema dal 17 al 19 novembre!

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