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Mel Gibson ha scelto il suo nuovo Gesù! Ecco chi sarà nel sequel di La Passione di Cristo. Nel cast anche Riccardo Scamarcio

Mel Gibson ha scelto il suo nuovo Gesù! Ecco chi sarà nel sequel di La Passione di Cristo. Nel cast anche Riccardo Scamarcio

Dopo oltre vent’anni, il seguito di La Passione di Cristo ha finalmente trovato la sua forma e – soprattutto – il suo nuovo protagonista. The Resurrection of the Christ, il progetto a lungo rimandato di Mel Gibson, ha scelto il finlandese Jaakko Ohtonen (The Last Kingdom) per interpretare Gesù, subentrando a Jim Caviezel.

Le riprese sono partite la scorsa settimana a Cinecittà, lo stesso complesso romano dove nel 2004 Gibson aveva girato il film originale, poi capace di raccogliere un clamoroso box office mondiale da 610 milioni di dollari. Questa volta, però, la produzione ha deciso per un recast integrale del cast principale: una fonte vicina al film spiega che, dato che la storia si colloca tre giorni dopo la crocifissione, mantenere gli stessi interpreti avrebbe richiesto “tutto questo lavoro di CGI e de-aging” con costi e complicazioni eccessivi; da qui la scelta di ripartire con volti nuovi.

Il nuovo assetto dei personaggi femminili è altrettanto netto. Maria Maddalena – ruolo che nel 2004 fu di Monica Bellucci – sarà Mariela Garriga, l’attrice cubana vista nei film di Mission: Impossible – Dead Reckoning (nei panni di Marie). Maria passa invece a Kasia Smutniak (Domina), che sostituisce Maia Morgenstern. Sul fronte degli apostoli, Pietro avrà il volto di Pier Luigi Pasino (tra i protagonisti della serie Netflix La legge di Lidia Poët), mentre Ponzio Pilato sarà interpretato da Riccardo Scamarcio, reduce dal biopic Modì diretto da Johnny Depp. Nel mosaico del cast figura anche Rupert Everett in un ruolo “piccolo ma importante”, secondo quanto trapelato.

Il set non si limiterà agli studi: oltre a Cinecittà, la produzione si sposterà nel Sud Italia, con Matera come snodo principale e ulteriori riprese previste – secondo la tabella di marcia – in località antiche del Mezzogiorno come Ginosa, Gravina Laterza e Altamura. È un ritorno consapevole a quei paesaggi pietrosi e alle architetture che già nel primo film contribuirono all’immersione storica e sensoriale. A livello industriale, Icon Productions (Mel Gibson e Bruce Davey) guida il progetto con Lionsgate come partner di studio e distribuzione.

Sul piano creativo, Gibson ha descritto il sequel con toni volutamente spiazzanti: un film “acid trip”, “mai letto nulla di simile”, ha detto, scritto a quattro mani con Randall Wallace (lo sceneggiatore di Braveheart). Se La Passione di Cristo ricostruiva le ultime dodici ore con un realismo linguistico radicale – aramaico, ebraico e latino per un’esperienza più “storicamente immersiva” – The Resurrection of the Christ intende allargare lo spettro, concentrandosi sulla Resurrezione e sulle sue ricadute spirituali e politiche, mantenendo al momento i dettagli di trama strettamente riservati.

Anche la strategia d’uscita punta a un dialogo diretto con il calendario liturgico: il progetto sarà diviso in due parti, con “Part One” fissato per il Venerdì Santo, 26 marzo 2027, e “Part Two” 40 giorni dopo, il 6 maggio 2027, in Ascensione. Una cadenza che trasforma la narrazione in un dittico, con un primo tempo legato all’evento cardine della Resurrezione e un secondo che ne segue il tempo “dilatato”, in linea con la tradizione.

Il passaggio di testimone tra Caviezel e Ohtonen ha anche un valore simbolico. Ad aprile, il 57enne Caviezel aveva lasciato intendere in un podcast (“Arroyo Grande”) di essere pronto a tornare nel ruolo che ha definito la sua carriera, ma la produzione ha scelto la strada opposta, affidandosi al 36enne Ohtonen, oggi noto per il guerriero danese Wolland nella quinta stagione della saga storica targata Netflix. È una scelta generazionale che si riflette nel resto del cast e che pare annunciare una nuova impronta: meno riverenziale nei confronti dell’iconografia del 2004, più interessata a una visione che – stando alle parole di Gibson – potrebbe spingersi su territori più audaci e sensoriali.

Resta la curiosità per come il film bilancerà l’ambizione visionaria con l’anima “popolare” che aveva reso il precedente un fenomeno globale. La presenza di Scamarcio come Pilato e di volti come Garriga e Smutniak indica un baricentro internazionale ma con forte componente italiana, mentre le location del Sud promettono un impianto visivo solido, tra paesaggi rupestri e architetture che dialogano con il mito. Fin d’ora, The Resurrection of the Christ si posiziona come sequel-evento: non una replica dell’impatto del 2004, ma un nuovo sguardo su un racconto che, per definizione, continua a interrogare il cinema e il pubblico. In attesa di ulteriori materiali ufficiali, questo è – per ora – il perimetro: un set che corre tra Cinecittà e Matera, un cast rifondato, una sceneggiatura firmata Gibson/Wallace e un’uscita in due tempi già scandita sul calendario del 2027.

Fonte: Variety

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