Si sa: più grande è il nome, maggiori saranno le critiche e le polemiche. E quello di Christopher Nolan, ormai, è uno dei nomi più influenti di Hollywood, uno status rafforzato dal recente exploit di Oppenheimer, che lo ha portato all’agognata vittoria dell’Oscar. Ora, mancano ancora diversi mesi all’uscita del suo prossimo kolossal, ma The Odyssey è già nel mirino di diverse controversie più o meno rilevanti. Alcune sono di natura politica, come la protesta che è insorta qualche mese fa, quando il regista ha scelto di spostare le riprese della pellicola nella città marocchina di Dakhla, situata nel Sahara Occidentale. Il dibattito più recente, però, riguarda una dichiarazione dello stesso Nolan, che sta facendo chiacchierare e discutere il web.
In una recente intervista con Empire, il filmmaker ha infatti rivelato che la sua traduzione preferita dell’Odissea di Omero – e presumibilmente quella che seguirà nel suo adattamento per il grande schermo – è quella firmata dall’americana Emily Wilson. Quest’ultima è una figura piuttosto controversa: accademica e classicista dell’Università della Pennsylvania, è nota soprattutto per essere stata la prima donna a tradurre l’Odissea in inglese. L’edizione da lei curata è stata pubblicata nel 2018, seguita poi da un’analoga edizione dell’Iliade nel 2023.
La traduzione, che ha richiesto alla studiosa sei anni di lavoro, è stata accolta positivamente da molti umanisti e acclamata come un lavoro contemporaneo, che riavvicina l’Odissea al pubblico moderno tramite un linguaggio naturale e accessibile. Tuttavia, secondo molti altri l’autrice avrebbe dato un tono troppo radicale al testo, piegandolo eccessivamente allo sguardo e alla percezione della società contemporanea. Alcuni si sono spinti fino a definirla “la versione woke dell’Odissea”, per via del tentativo di Wilson di restituire centralità ai personaggi femminili come Penelope e Circe, accanto all’eroe Odisseo. Definendoli «pregiudizi» introdotti dai precedenti traduttori, Wilson ha infatti modificato o eliminato quei termini che, stando al suo giudizio, avrebbero creato delle disuguaglianze tra i personaggi maschili e femminili.
Senza addentrarci troppo in questioni linguistiche, è chiaro che il dibattito si è acceso una volta arrivato sul web, dove la studiosa è stata oggetto di accuse e attacchi misogini. E sembra proprio che la polemica si stia riaccendendo dopo le ultime dichiarazioni di Christopher Nolan, che presumibilmente seguirà proprio questa recente traduzione per il suo The Odyssey con Matt Damon, Tom Holland e Anne Hathaway. Certo, che non fosse una versione storicamente accurata era ben chiaro fin dalle prime immagini (ricordate la polemica per l’elmo che Damon indossa nella prima foto nei panni di Odisseo?), oppure dal casting di attori e attrici americani, e di varie etnie, nei ruoli di eroi e dei greci. I puristi, insomma, possono mettersi il cuore in pace fin da adesso.
Come si posizionerà dunque Nolan rispetto all’immaginario epico della tradizione? Lo scopriremo a luglio 2026, con la consapevolezza che nessuna di queste polemiche andrà minimamente ad intaccare l’incasso di The Odyssey, che potrebbe bissare il successo straordinario di Oppenheimer.
Fonte: MovieWeb
Foto: Samir Hussein/WireImage (Getty Images)
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