Intervista a Gianni Amelio al Lucca Film Festival 2025

Intervista a Gianni Amelio, un cinema che scava nell’animo umano

Il Lucca Film Festival ha celebrato Gianni Amelio, maestro del cinema italiano, con un premio alla carriera e una retrospettiva dei suoi film più significativi. Nella nostra intervista Amelio ha condiviso le sue riflessioni più intime sul cinema, la società e le radici del suo percorso artistico. Piuttosto che un’analisi tecnica, Amelio ha offerto uno sguardo sincero sul processo creativo, evidenziando come l’emozione, la curiosità e l’esperienza personale siano i motori del suo lavoro. Un dialogo illuminante per comprendere meglio il cuore pulsante di un cinema che scava nell’anima umana.

Radici e ispirazioni: gli esordi di un regista-cittadino

Amelio ha rivelato come la sua infanzia, segnata dall’assenza del padre, e il suo amore per il cinema siano stati determinanti nel plasmare la sua visione del mondo. Ha ricordato con affetto i primi contatti con il grande schermo, quando confondeva il ruolo del regista con quello degli attori, affascinato dalla magia delle immagini.

“Io dicevo di voler fare il regista perché non capivo la parola. Però confondevo il regista con gli attori, pensavo che non ci fosse dietro un film qualcuno che dirigesse, qualcuno che scrivesse, qualcuno che fotografasse, ma che gli attori facessero tutto loro.” Questa ingenuità infantile rivela un approccio al cinema basato sull’emozione pura, sulla capacità di lasciarsi trasportare dalla storia senza filtri intellettuali.

Cinema e realtà: un legame indissolubile

Per Amelio, il cinema non è un’evasione dalla realtà, ma uno strumento per comprenderla più a fondo. Le sue storie nascono dall’osservazione del mondo, dal confronto con gli esseri umani e dalla volontà di indagare le contraddizioni della società.

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“Io parto dalla coscienza di essere un cittadino del mondo. Io non mi metto a tavolino per costruire una storia astratta, ho bisogno di vivere le cose e quindi di confrontarmi con gli esseri umani. Quello che mi viene in mente di elaborare è sempre qualcosa che nasce da un sentimento, da un’emozione che io provo come persona.” Amelio rifiuta un cinema autoreferenziale e astratto, privilegiando un approccio empatico e socialmente consapevole.

Il cinema nell’era digitale: sfide e opportunità

Consapevole dei cambiamenti epocali che hanno investito il mondo del cinema, Amelio ha espresso una visione realista, ma non pessimista, sul futuro della settima arte.
“Purtroppo penso che il cinema ha perso la posizione primaria che aveva quando non c’era ancora la televisione, poi non c’era ancora internet e varie forme diverse, più moderne. Il cinema ha perso la centralità nel fatto del rapporto con lo spettatore. Quindi io ho l’impressione che il cinema sopravviva in questo momento, ma sopravviva con una certa difficoltà.” Pur riconoscendo le difficoltà, Amelio non si arrende alla nostalgia, invitando ad accettare i cambiamenti e a cercare nuove strade per il cinema.

Il filo rosso: padri e figli, un’eredità emotiva

Uno dei temi ricorrenti nel cinema di Amelio è il rapporto tra padri e figli, declinato in molteplici forme. Un tema che affonda le radici nella sua storia personale e che si traduce in ritratti intensi e commoventi di figure genitoriali e filiali.
“È chiaro che uno mette in scena sempre un po’ i propri demoni, cercando di esorcizzarli. Il filo rosso che lega tutto il cinema che ho fatto è il rapporto padre figlio, coniugato in varie forme.” Il maestro ci svela la dimensione autobiografica del suo cinema, evidenziando come la sua esperienza personale influenzi la sua narrazione.

L’intervista a Gianni Amelio al Lucca Film Festival ha offerto uno spaccato prezioso sulla sua visione del cinema e del mondo. Un cinema che nasce dal cuore, che si nutre di emozioni e che non ha paura di affrontare le sfide del presente. Un omaggio sentito a un maestro che continua a ispirare e a commuovere il pubblico con la sua arte.

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