La trilogia letteraria de Il Signore degli Anelli, come i fan sanno bene, ha rappresentato l’apice narrativo delle avvincenti e turbolente vicende che hanno animato le prime tre ere della Terra di Mezzo. Con la sconfitta definitiva di Sauron, l’ascesa di Aragorn al trono di Gondor come Re Elessar e il progressivo ritorno degli Elfi a Valinor, ebbe poi inizio la Quarta Era, la quale segnò l’inizio del dominio degli uomini.
Nelle Appendici dei romanzi lo stesso J.R.R. Tolkien aveva fornito numerosi dettagli sugli eventi verificatisi negli anni successivi, facendo anche luce sulla sorte dei vari componenti della Compagnia dell’Anello. Tuttavia non sono in molti a sapere che, anni dopo aver messo il punto finale alla trilogia de Il Signore degli Anelli, Tolkien accarezzò seriamente l’idea di tornare nella Terra di Mezzo con un seguito vero e proprio.
A seguito del clamoroso successo editoriale della trilogia, Il Professore concepì infatti un romanzo – ancora oggi poco noto anche tra gli stessi fan di Arda – che avrebbe dovuto intitolarsi La Nuova Ombra. Sebbene sia rimasto incompiuto, l’aspetto più sorprendente del progetto ambientato nel nuovo Reame Unito di Arnor e Gondor rimangono le sue cupe premesse da thriller politico.
La storia è ambientata poco più di un secolo dopo la definitiva caduta di Sauron. La Terra di Mezzo vede ormai pochissimi Elfi, Aragorn e Arwen sono ormai morti da anni, e loro figlio Eldarion è salito al trono proseguendo la politica paterna. Le vicende della Guerra dell’Anello sono ormai un’eco lontana nella memoria di pochi superstiti, e nel reame le vicende di Frodo e dei suoi amici sono ormai poco più di una favola della buonanotte.
Tuttavia e proprio all’interno del Reame di Gondor che sembra diffondersi in segreto un culto in onore di Melkor e Sauron noto come “Albero Oscuro”, il cui fine ultimo sembra quello di rovesciare l’ordine conquistato un secolo prima. La congiura sarà scoperta da Borlas, figlio minore del Capitano Beregond, il quale servì al fianco Faramir dopo la Guerra dell’Anello. Borlas inizierà così una serreta indagine aiutato dal suo giovane assistente Saelon al fine di smascherare il misterioso Herumor, colui che sembra essere il principale artefice di questo complotto.
J.R.R. Tolkien arrivò a scrivere appena 13 pagine per poi abbandonare il progetto senza mai più riprenderlo. Nella Lettera 256 inviata a Colin Bailey e datata 13 marzo 1964, fu lo stesso Tolkien a fare luce sui motivi che lo hanno spinto a non procedere nella stesura dell’opera, considerandola troppo cupa e deprimente, e soprattutto priva dello “spirito” che aveva sorretto Il Signore degli Anelli:
“Ho iniziato una storia che si svolge circa cento anni dopo la Caduta, ma si è rivelata sinistra e deprimente. Dato che abbiamo a che fare con uomini è inevitabile che si debba prendere in considerazione una delle caratteristiche più deprecabili della loro natura: il fatto che presto si stancano del bene. […] In epoche così antiche ci fu un fiorire di trame rivoluzionarie, incentrate su una religione satanica segreta, mentre i ragazzi di Gondor giocavano a travestirsi da orchi e andavano in giro a fare danni. Avrei potuto ricavarne un thriller con il complotto e la sua scoperta e la sua sconfitta, ma non ci sarebbe stato altro. Non ne valeva la pena.”
Sebbene non sia mai stata tradotta in italiano, nel 1996 la bozza del romanzo è stata inclusa da Christopher Tolkien nel Volume XII di The History of Middle-Earth, intitolato The Peoples of Middle Earth.
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