Quando uscì nel 2023, Sisu era stato salutato come una sorpresa inaspettata: un film di guerra spietato e stilizzato, capace di trasformare la storia di un ex soldato solitario in un’esperienza cinematografica dall’impatto feroce. Tra atmosfere western, coreografie di combattimento degne di John Wick e un protagonista muto ma inarrestabile, il film si era guadagnato in poco tempo lo status di cult.
Ora il sequel, Sisu: Road to Revenge, non solo raccoglie quell’eredità, ma sta sorprendendo per l’entusiasmo unanime con cui è stato accolto. Dopo la presentazione in anteprima al Fantastic Fest 2025 ha infatti ottenuto un incredibile 100% su Rotten Tomatoes, un traguardo che conferma la forza di un’opera capace di andare oltre il puro intrattenimento e affermarsi come una delle saghe action più potenti degli ultimi anni.
Il nuovo capitolo segue ancora Aatami Korpi, interpretato da Jorma Tommila, che torna sullo schermo con la stessa intensità glaciale che aveva reso indimenticabile il primo film. Questa volta, mentre tenta di smantellare la casa di famiglia, si ritrova braccato da un comandante dell’Armata Rossa, interpretato da Stephen Lang. Da qui si innesca una spirale di violenza, resistenza e vendetta che promette di spingersi ancora oltre rispetto al capitolo precedente.
Alla regia ritroviamo Jalmari Helander, già autore del primo Sisu, che conferma di saper coniugare ferocia visiva e costruzione mitologica. Le sue immagini, dure e stilizzate, trasformano i paesaggi nordici in un campo di battaglia che sembra sospeso tra realtà storica e leggenda. Non sorprende quindi che la critica abbia parlato di un sequel non solo all’altezza, ma addirittura superiore al suo predecessore.
Con la sua miscela di azione adrenalinica e brutalità senza compromessi, Sisu: Road to Revenge si conferma come uno dei titoli più attesi e già più discussi della stagione. Un film che, da “outsider”, è riuscito a conquistare davvero tutti, imponendosi come la prova definitiva che la violenza stilizzata, quando è al servizio di una visione coerente, può ancora affascinare il grande pubblico e la critica internazionale.
Fonte: Collider
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