Mamma, ho perso l’aereo è uno di quei titoli che hanno segnato un’epoca e che continuano a occupare un posto speciale nell’immaginario collettivo, soprattutto durante il periodo natalizio. L’avventura di Kevin McCallister, bambino lasciato accidentalmente solo a casa e costretto a difendersi da due goffi ladri, è diventata un cult trasversale per generazioni, capace di unire comicità slapstick, ritmo perfetto e una dose di tenerezza che ancora oggi funziona con sorprendente freschezza. Il successo clamoroso al botteghino nei primi anni ’90 trasformò Macaulay Culkin in una delle icone infantili più celebri della storia del cinema, inaugurando un franchise che negli anni ha tentato più volte di ritrovare la stessa formula, senza mai replicarne l’impatto culturale.
Proprio Culkin, durante una recente tappa del suo tour A Nostalgic Night with Macaulay Culkin, ha aperto alla possibilità di tornare nei panni di Kevin, pur con qualche importante condizione. L’attore ha infatti dichiarato che «non sarebbe completamente allergico» a un sequel di Mamma, ho perso l’aereo, precisando però che «dovrebbe essere fatto nel modo giusto». Un’apertura inattesa che lui stesso ha accompagnato con un’idea già ben definita su come potrebbe svilupparsi una nuova storia dedicata a Kevin McCallister adulto.
«Ho avuto una specie di idea», ha spiegato Culkin al pubblico. «O sono vedovo o sono divorziato. Sto crescendo un figlio e tutte quelle cose. Lavoro davvero molto e non gli presto abbastanza attenzione e il ragazzo comincia a irritarsi con me e poi rimango chiuso fuori casa. Il figlio di Kevin non mi lascia entrare… ed è lui a preparare le trappole per me.» Il ribaltamento del concept originale diventa così il cuore del possibile nuovo film: non più il bambino che difende la casa dai ladri, ma l’adulto che si trova dall’altra parte delle trappole, in un gioco di specchi che rilegge il mito senza rinunciare all’identità del franchise.
Culkin ha approfondito il significato simbolico della sua proposta aggiungendo che «la casa è una sorta di metafora del nostro rapporto» e che la storia dovrebbe ruotare intorno al padre che deve «farsi lasciare tornare nel cuore del figlio». Un’idea che lui stesso definisce «il pitch più vicino che ho», sottolineando ancora una volta di «non essere completamente allergico, se la cosa è quella giusta».
Il potenziale ritorno del franchise rimane comunque un tema complesso. Chris Columbus, regista dei primi due film, ha dichiarato in più occasioni che «Mamma, ho perso l’aereo è un momento molto speciale che non puoi davvero ricatturare», sostenendo poi che «dovrebbe essere lasciato com’è». Le sue parole pesano su qualsiasi tentativo di revival, ma l’interesse prudente di Culkin riapre uno spiraglio, a patto che ogni nuova idea sappia rispettare l’essenza di un titolo che, da oltre trent’anni, continua a essere sinonimo di cinema delle feste.
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Fonte: Variety
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