Per anni, l’idea di vedere Tom Cruise spingersi letteralmente oltre ogni limite – arrivando a girare un vero film nello spazio – è circolata come una delle promesse più incredibili e ambiziose di Hollywood. Un progetto che univa tecnologia, spettacolo e quella vocazione al rischio che ha definito la carriera di Cruise. Ora, però, dopo un lungo silenzio e indiscrezioni sempre più insistenti, sembra che l’impresa sia definitivamente naufragata.
La notizia arriva da Page Six, che ha raccolto testimonianze di fonti vicine alla produzione e ha ricostruito le ragioni dietro la cancellazione di un progetto annunciato per la prima volta nel 2020. All’epoca, era stato confermato che Tom Cruise e il regista Doug Liman, già suoi collaboratori in Edge of Tomorrow,stavano lavorando con SpaceX e NASA per girare un film in orbita, forse persino sulla Stazione Spaziale Internazionale. L’iniziativa aveva ricevuto anche il sostegno pubblico dell’allora amministratore NASA Jim Bridenstine, nominato da Donald Trump, che aveva scritto: «La NASA è entusiasta di lavorare con Tom Cruise a un film a bordo della Stazione Spaziale! Abbiamo bisogno dei media popolari per ispirare una nuova generazione di ingegneri e scienziati affinché rendano realtà i piani ambiziosi della NASA».Quel tweet è stato in seguito cancellato e lo scenario, col passare degli anni, è cambiato radicalmente.
Secondo quanto riportato dalla fonte, alla base dello stop ci sarebbe un ostacolo ancora più determinante dei limiti tecnici o assicurativi: la necessità di ottenere un’autorizzazione federale per coordinare la collaborazione con la NASA. Una fonte interna ha dichiarato: «Per quanto ne so, avrebbero bisogno del coordinamento della NASA per fare il film e, a quanto pare, Tom Cruise non voleva chiedere un favore a Donald Trump. Servirebbe il permesso del governo federale. Tom non voleva chiedere per motivi politici».Un’informazione confermata anche da ulteriori ricostruzioni, secondo cui Cruise avrebbe preferito evitare qualsiasi associazione politica che potesse dividere il pubblico, mantenendo quella neutralità che ha caratterizzato tutta la sua carriera.
Il rifiuto di chiedere un intervento diretto all’amministrazione Trump non sarebbe un episodio isolato. Già nel 2025, Cruise avrebbe declinato un Kennedy Center Honor supervisionato personalmente dall’allora presidente, citando “impegni di agenda”. Nel corso di una junket in Corea, quando gli era stato chiesto dei dazi imposti da Trump e del loro impatto sulla produzione, aveva tagliato corto rispondendo: «Preferiremmo rispondere a domande sul film. Grazie».Una linea chiara: nessun coinvolgimento politico, nessuna esposizione.
Intanto, anche sul fronte tecnico la situazione si è fatta complicata. Universal era interessata al progetto, ma restavano dubbi sulla possibilità di assicurare un film girato nello spazio e sulla fattibilità degli addestramenti necessari. Page Six ha raccolto anche indiscrezioni su un presunto fallimento di Doug Liman al test fisico per il lancio, voce smentita da una fonte separata che definiva il regista “in ottima forma”. Parallelamente, le discussioni interne alla NASA sarebbe svanite, senza ulteriori sviluppi o conferme.
Con il passare del tempo, mentre i segnali di vita del progetto sono diminuiti, la lista degli impegni di Cruise sono aumentati: Top Gun 3, il sequel di Giorni di Tuono, il nuovo film di Alejandro González Iñárritu già previsto per l’anno prossimo sono solo alcuni dei progetti che lo vedono coinvolto. Tutti più concreti, più immediatamente realizzabili e privi delle implicazioni politiche e logistiche che hanno soffocato quello che sarebbe potuto diventare il film più audace della sua carriera.
Alla fine, la missione impossibile non è stata lanciarsi nello spazio, ma far quadrare politica, permessi e condizioni operative. E così, dopo anni di attesa, il film che avrebbe riscritto i limiti del cinema d’azione è altamente probabile che non vedrà mai la luce.
Fonte: Page Six
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