Gli esperti spiegano perché l’attesa tra le stagioni di serie tv è lunga

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Nel corso degli anni il mercato delle serie tv ha subito un’evoluzione, ampliandosi e cambiando. Se qualche anno fa avevamo stagioni da 20/22 episodi che uscivano annualmente durante la stagione televisiva, oggi la durata in termini di episodi si è ridotta – arrivando a serie da 8/10 episodi («8 è il numero perfetto» dice il co-creatore di Mercoledì) – con stagioni che spesso vengono rilasciate a distanza di anni.

Basti pensare a House of the Dragon, la cui seconda stagione è arrivata nel 2024 mentre la prima nel 2022; oppure a Stranger Things, la cui quarta e penultima stagione risale al 2022 mentre l’ultima dovrebbe arrivare nel 2025.

Alcuni esperti hanno riflettuto sulla situazione delle serie tv oggi, con stagioni che arrivano sulle piattaforme a distanza di anni.

Oggi le Serie Tv richiedono più budget, una produzione più lenta e un enorme successo per continuare

Come riporta Screenrant, un nuovo report del The Times analizza il motivo per cui le serie tv di oggi non tornano con nuove stagioni ogni anno, come accadeva in passato. Fred Black, analista di Ampere Analysis, e Diederick Santer, un esperto produttore televisivo britannico, hanno parlato proprio di questa questione.

Il motivo principale sta nella portata delle serie di oggi: sono tutti progetti estremamente costosi che presentano grandi cast, grandi set e molti effetti speciali. I due esperti mettono però l’accento su un punto in particolare, ovvero il ritardo nel confermare il rinnovo a un’altra stagione. Gli streaming come Netflix e HBO oggi richiedono più dati di visualizzazione per un periodo di tempo più lungo prima di decidere la sorte di un contenuto televisivo.

Black dice:

Gli streamer vogliono sempre più assicurarsi di ottenere un buon ritorno sul loro investimento, in particolare sulle serie ad alto budget. In precedenza avrebbero potuto scommettere su un rinnovo basata solo sulla qualità della serie, ma ora aspettano fino a sei mesi prima di prendere una decisione”.

Santer aggiunge:

Ogni parte del processo di produzione è diventata più lenta perché le serie sono diventate più grandi e più complicate. Vediamo meno drammi polizieschi ambientati nello stesso posto con lo stesso cast che viene mantenuto con contratti di 12 mesi. Ora si tratta di costruire mondi enormi per serie tv che richiedono più tempo per essere scritte e girate e hanno effetti speciali più ambiziosi.

Anni fa guardavamo i dati di ascolto notturni e sapevamo quale era stata la reazione a una serie la mattina dopo il suo lancio. Ora si guarda quanto un contenuto è andato bene in un periodo di 28 giorni come minimo.”

Oggi vengono considerate determinate metriche come la crescita degli abbonati, il tempo di visione, gli spettatori totali per giudicare il successo di un contenuto. E serie tv con grandi budget devono avere un enorme successo per giustificare la propria esistenza.

Questo comporta che molte serie, come la recente Kaos su Netflix, vengono cancellate dopo la prima stagione, generando però malcontento e frustrazione negli spettatori. Oltretutto anni di distanza tra una stagione e l’altra possono anche generare una perdita di affezione e di interesse nella serie.

Anche noi ci siamo interrogati sul perché serie come Kaos vengono cancellate, mentre altre come Emily in Paris continuano la loro corsa per più stagioni.





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