F1, recensione del film action sportivo di Joseph Kosinski

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F1,recensione del film action sportivo di Joseph Kosinski

Con F1, il nuovo film diretto da Joseph Kosinski (Top Gun: Maverick) e interpretato da Brad Pitt, il grande schermo torna a vibrare sotto il rombo dei motori, riportandoci al cuore pulsante del cinema d’azione sportivo degli anni ’90 e 2000. Distribuito da Warner Bros. dal 25 giugno al cinema,F1 è una delle esperienze più immersive mai realizzate nel genere. complice una produzione straordinaria, una regia dinamica e un uso rivoluzionario delle tecnologie di ripresa. La Formula 1, mai così spettacolare sullo schermo, torna finalmente ad appassionare anche chi — come chi scrive — spesso la trova ben più noiosa la domenica pomeriggio.

Brad Pitt Sul Set Di F1 Credits Warner Bros

Le prime recensioni sottolineano come F1, pur muovendosi entro gli schemi prevedibili del dramma sportivo classico, riesca a coinvolgere grazie a un ritmo incalzante, una produzione impeccabile e una regia che trasporta lo spettatore direttamente nei circuiti. Kosinski sfrutta il linguaggio visivo per amplificare tensione e spettacolo, rendendo la corsa non solo credibile, ma anche visceralmente emozionante.

Un ritmo dinamico che intrattiene dall’inizio alla fine

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Il film racconta la storia di Sonny Hayes, ex campione di Formula 1 degli anni ’90, interpretato da un magnetico Brad Pitt. Dopo un grave incidente al GP di Spagna che ha posto fine alla sua carriera, Sonny ha affrontato il dolore di una vita complicata: il lutto per la morte del padre, le dipendenze dal gioco d’azzardo, due divorzi e un allontanamento progressivo dal mondo delle corse. Ora vive in un van, isolato ma ancora assetato di velocità, spinto dal bisogno esistenziale di “sentirsi volare”. Il suo ritorno in pista arriva quando Ruben Cervantes (Javier Bardem), proprietario del team immaginario APXGP, lo richiama come mentore del giovane talento Joshua Pearce, interpretato da Damson Idris. JP è arrogante, immaturo, ma con del potenziale, e Hayes si ritrova nel ruolo del padre spirituale e stratega, in uno scenario che richiama le migliori dinamiche di Top Gun: Maverick.

Nonostante una trama che gioca con archetipi già visti — l’underdog, il mentore caduto in disgrazia, il ritorno alla gloria — F1 riesce a far funzionare ogni singolo elemento grazie a un ritmo travolgente. La sceneggiatura riesce a tenere sempre accese le emozioni, senza tempi morti, pur durando oltre due ore e con dialoghi a volte al limite del banale. La vera forza del film però sta nelle sequenze in pista, girate durante veri weekend di Gran Premio con la collaborazione ufficiale della FIA, della Formula 1 e di tutti i team attivi nel campionato. Grazie a camere montate direttamente su monoposto reali — alcune persino su iPhone modificati — e all’uso delle tecnologie IMAX, il film regala un’esperienza visiva mozzafiato. La regia di Kosinski, unita a un montaggio serrato, riesce nell’impresa. Rende l’ovvio sorprendente, ci spiazza perché immersi nella soggettiva del pilota, portandoci dentro ogni curva.

Javier Barden E Brad Pitt In F1 Credits Apple E Warner

Sonny Hayes come estensione di Cliff Booth

La dinamica di squadra è uno degli elementi narrativi più affascinanti. Dal rapporto tra Sonny e JP, alla tensione tra i meccanici, passando per la presenza solida e carismatica del capo ingegnere Elena, interpretata da Kerry Condon, fino alla storyline più leggera ma significativa della meccanica impacciata (Callie Cooke), il film sa quando accelerare e quando prendersi un momento per respirare. I rapporti all’interno del team si costruiscono sulla fiducia, sul rischio e sulle tensioni che solo la Formula 1 può generare. F1 riesce a raccontare le strategie di gara, i giochi politici e le tensioni interne di un paddock con realismo, pur rimanendo pienamente fruibile anche per chi non è appassionato del mondo delle corse.

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Tra i dettagli più entusiasmanti ci sono i cameo reali: Max Verstappen, Lewis Hamilton, Fernando Alonso e Charles Leclerc. Proprio Hamilton, anche produttore del film, ha voluto fortemente che il film restituisse un’immagine autentica, dinamica e meno patinata della Formula 1.

L’anima di F1 è Brad Pitt. La sua interpretazione mescola carisma e malinconia, dando vita a un personaggio che sembra quasi un’estensione del Cliff Booth di C’era una volta a… Hollywood, un fascino decadente, con dolore interiore per un passato sofferto, ma sempre con la battuta pronta. Sonny è un uomo che ha perso tutto, ma che nella velocità trova ancora un senso, una fuga dalla realtà. Un uomo in cerca di libertà, come Maverick, come Rocky, come tutti i grandi protagonisti dei drammi sportivi che ci fanno battere il cuore. Se ci fosse un sequel con Tom Cruise, come si fantastica già online, sarebbe probabilmente la cosa più epica che il cinema sportivo potrebbe regalarci.

Conclusione

In conclusione, F1 è un trionfo di cinema d’intrattenimento: intenso, spettacolare, emotivo, tecnicamente impeccabile. Pur attingendo da una formula collaudata, riesce a sembrare nuovo. E soprattutto riesce in qualcosa che la Formula 1 reale non fa più da tempo: emozionare davvero.

Se ti piacciono Rush, Giorni di tuono, Driven, Ferrari, Ford v Ferrari o Top Gun: Maverick, F1 è un giro in pista che non puoi permetterti di perdere.

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