Harry Potter è molto più di una semplice saga letteraria o cinematografica: è un fenomeno culturale che ha segnato profondamente l’immaginario di intere generazioni. I romanzi firmati da J. K. Rowling hanno accompagnato l’infanzia e l’adolescenza di milioni di lettori in tutto il mondo, trasformandosi poi in una delle trasposizioni cinematografiche di maggior successo di sempre. Un percorso che, inevitabilmente, ha cambiato per sempre anche la vita di Daniel Radcliffe, l’attore che per primo ha dato un volto al giovane mago destinato a diventare un’icona globale.
Radcliffe aveva appena dieci anni quando venne scelto per interpretare Harry Potter, una decisione che risale a oltre ventidue anni fa e che fu resa pubblica nell’agosto del 2000, durante una conferenza stampa in cui vennero annunciati anche gli attori chiamati a interpretare Ron Weasley e Hermione Granger. All’epoca, il futuro protagonista della saga poteva contare su un’esperienza limitata, con pochi ruoli alle spalle e nessuna reale preparazione per affrontare una macchina produttiva di proporzioni così imponenti.
L’arrivo nelle sale di Harry Potter e la pietra filosofale segnò l’inizio di un successo planetario senza precedenti. I film tratti dai libri di Rowling conquistarono il pubblico di ogni età, proiettando Radcliffe in una dimensione di celebrità immediata e duratura, capace di accompagnarlo anche ben oltre la conclusione della saga cinematografica. Un successo che, nel corso degli anni, si è rivelato solido e indelebile, ma che ha portato con sé anche un inevitabile peso personale e professionale.
Daniel Radcliffe imbarazzato per la sua recitazione
Proprio su questo aspetto si è soffermato l’attore in una intervista rilasciata qualche tempo fa a Empire, nella quale ha parlato con sorprendente sincerità del suo rapporto con Harry Potter e, soprattutto, con la sua performance nei primi film. Radcliffe ha ammesso quanto sia complesso separare l’esperienza umana e professionale vissuta sul set dal giudizio critico sul proprio lavoro attoriale, arrivando a usare parole molto dure nei confronti di sé stesso:
«È difficile separare il mio rapporto con Harry dal mio rapporto con i film nel loro insieme. […] Sono enormemente grato per quell’esperienza: mi ha mostrato cosa voglio fare nel resto della mia vita. È una fortuna scoprire presto cosa ami fare. Sono profondamente imbarazzato per la mia recitazione. […] C’è così tanto che si agita in quel periodo che è quasi impossibile isolare una sola sensazione».
Intanto il mondo di Harry Potter si prepara a tornare sullo schermo. A più di dodici anni dalla conclusione della saga cinematografica, terminata nel 2011 con Harry Potter e i Doni della Morte – Parte II, HBO realizzerà una nuova serie televisiva ambientata nell’universo creato da Rowling. Il progetto prevede un cast completamente rinnovato e, come confermato da Warner Bros. Discovery, l’adattamento di ciascun libro in una stagione dedicata, aprendo così un nuovo capitolo per una storia che continua a far discutere, emozionare e dividere.
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