A Natale succede ogni anno la stessa cosa: tra alberi addobbati, maratone in tv e meme che riemergono puntuali, Mamma, ho perso l’aereo torna improvvisamente attualissimo. È uno di quei film che ormai si recitano a memoria, pieno di momenti cult e di dettagli che si continuano a notare anche dopo decine di visioni. E, come ogni classico che si rispetti, si porta dietro anche qualche mistero rimasto sospeso: uno dei più chiacchierati riguarda una domanda semplice e apparentemente inevitabile, soprattutto rivedendolo da adulti.
Se Kevin McCallister viene dimenticato a casa mentre l’intera famiglia parte per le vacanze, ciò che colpisce (oltre alle trappole contro i ladri e alle battute memorabili) è anche il contesto: una villa enorme, un quartiere benestante, una famiglia numerosa e viaggi internazionali che, messi insieme, hanno sempre acceso la curiosità degli spettatori. Eppure, nel film, il lavoro dei genitori non viene mai chiarito davvero. Un vuoto minuscolo rispetto alla trama, ma sufficiente per alimentare per anni discussioni, teorie e supposizioni: ma come facevano i McCallister a permettersi quel tenore di vita?
Ora, a 35 anni dall’uscita del film, ad arrivare una risposta è stato proprio Macaulay Culkin. Durante un’intervista a Toronto Sun, l’attore – che ovviamente ha dato il volto a Kevin ma che a breve rivedremo anche in Fallout 2 – è stato stuzzicato con la domanda che tanti fan si sono fatti almeno una volta: che lavoro facevano i genitori del protagonista? Culkin ha risposto collegando l’idea a un’interpretazione molto concreta, basata su ciò che si vede sullo schermo e su quello che, secondo lui, “torna” con l’ambiente e con lo stile di vita raccontato.
Alla domanda, Culkin ha risposto: «Io penso che suo padre fosse un avvocato societario, è così che potevano permettersi cose così belle e vivere in un bel quartiere. Sua madre era una decoratrice d’interni, è per questo che la casa era così bella». È un passaggio che, senza trasformare il film in un esercizio di realismo, prova a chiudere il cerchio su un dettaglio rimasto volutamente non scritto (o, almeno, non esplicitato) nella storia.
L’attore, nello stesso scambio, ha anche aggiunto un altro dettaglio “pratico” che i fan si sono divertiti a riprendere in queste ore: quando gli è stato chiesto quale dei due film preferisse, la risposta è stata tanto diretta quanto ironica. Culkin ha risolto così il dubbio: «Mi piace il secondo perché mi hanno pagato di più». Una battuta che, detta così, sembra quasi il commento perfetto da aggiungere a un classico natalizio che continua a vivere anche di retroscena e piccole curiosità.
In fondo, è anche questo il motivo per cui Mamma, ho perso l’aereo non resta mai davvero confinato agli anni ’90: ogni visione aggiunge un dettaglio, una domanda, un’osservazione che riaccende la conversazione. E se questa volta a rimetterlo al centro non è una gag o una trappola diventata iconica, ma una curiosità “da adulti” su conti, case e lavoro. Un’informazione che non cambia il film, ma lo completa, e che finisce per rendere ancora più divertente tornare a bussare, ogni dicembre, alla porta dei McCallister.
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Fonte: Toronto Sun
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