Come finisce Squid Game 3, il finale spiegato
Il finale diSquid Game 3probabilmente avrebbe necessitato di qualche giorno di stacco dai precedenti episodi per processare tutto quello che abbiamo visto in questa ultima stagione.
ATTENZIONE: quello che segue contiene spoiler del finale della terza stagione di Squid Game. Se non volete guastarvi la visione, vi consigliamo di non proseguire la lettura.
Jun-ho verifica che il numero 246 non sia una guardia tramite lo scanner. Controlla le sue condizioni e parte verso l’isola con muta e attrezzatura da sub. Nel frattempo, la guardia costiera sta per arrivare per recuperare 246 e Kim.
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Sul campo di gioco, la situazione tra Myung-gi e Gi-hun si fa complicata quando il 333 minaccia il 456: pretende che gli consegni la bambina sul ponte, così da poterla recuperare con il palo e portarla sulla terza piattaforma. Indietreggiando, però, Gi-hun afferra il pugnale dal cadavere rimasto sulla piattaforma triangolo e, prima che il ponte si chiuda del tutto, salta al terzo round. Tra i due inizia un combattimento mortale che porterà alla caduta nefasta di Myung-gi. Il problema è che nessuno ha premuto il pulsante di avvio dei giochi.
Rimasto in piedi con la bambina 222 tra le braccia, Gi-hun osserva la vetrata dei VIP dopo aver premuto il pulsante. Posa la bambina a terra e grida a gran voce: “Non siamo cavalli. Siamo esseri umani”. Così dicendo, si lascia cadere all’indietro, sacrificandosi e mantenendo la promessa di proteggere la bambina.

Perché lo hai fatto In-ho?
Le altre due storie parallele mostrano la guardia 011 mentre brucia tutti gli archivi, inclusi quelli relativi al proprio fascicolo. In seguito si scopre che suo marito è stato giustiziato e che la figlia, Han Song-i, è considerata morta. Dopo questa rivelazione, No-eul pensa al suicidio, ma cambia idea quando assiste al gesto di Gi-hun attraverso lo schermo della stanza del Front-Man.
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Dopo il segnale di evacuazione e di distruzione dell’isola, la ragazza riesce a fuggire insieme alle altre guardie a bordo di una nave. Nel frattempo ha un confronto diretto con In-ho, ma non riceve alcuna risposta, così come accade per gli spettatori.
Epilogo e spin-off americano in arrivo
Sei mesi dopo, ci ritroviamo nel parco divertimenti dove lavorava No-eul. Qui, la ragazza si sta facendo fare un ritratto da Gyeong-seok e scopre con sollievo che la figlia Na-Yeon sta bene ed è guarita. Poco dopo, viene contattata da un’agenzia – la stessa che si è occupata del ricongiungimento tra la madre di Sae-byeok e il figlio Cheol – che le comunica una notizia sconvolgente: sua figlia potrebbe essere ancora viva e trovarsi in Cina. No-eul, colma di speranza, prende un aereo con l’intento di ritrovarla.
Nel frattempo, Hwang si reca all’uscita dal carcere per accogliere Choi. Tornati a casa, trovano la bambina identificata come 222 che li aspetta con un pacco regalo. All’interno c’è una carta di credito, contenente il premio del gioco: 45,6 miliardi di won.
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Dall’altra parte del mondo, a Los Angeles, l’ex Front-Man incontra Seong Ga-Yeong, la figlia di Gi-hun. Le comunica la morte del padre e le consegna ciò che le spetta: la divisa da giocatore 456 e una carta di credito con i soldi vinti.
Poco dopo, mentre l’uomo risale in auto, in un vicolo si svolge una scena familiare: una donna elegante, in giacca e cravatta, sfida a Ddakji un uomo dall’aspetto trasandato. La donna, il cui nome non viene rivelato, ha però il volto di Cate Blanchett. Uno sguardo d’intesa tra lei e l’ex leader degli Squid Game suggerisce che tutto è pronto per lo spin-off americano.
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