visionedigitale.it

Ciao, Varsavia: Sara Serraiocco ci racconta il suo esordio come produttrice ad Alice nella città

Nella sezione Onde Corte – Panorama Italia di Alice nella città, nell’ambito della Festa del Cinema di Roma 2025,è stato presentato il cortometraggio Ciao, Varsavia, realizzato dalla giovane regista Diletta Di Nicolantonio, che racconta di una ragazza (Carlotta Gamba) alle prese con gli strascichi di un grave disordine alimentare. Un provino di moda la porterà a doversi confrontare brutalmente con lo sguardo maschile, in particolare con quello di un esaminatore (Fortunato Cerlino). Il corto, ambientato in una grigia e fredda Varsavia, segna l’esordio da produttrice dell’attrice Sara Serraiocco, che ci ha raccontato il progetto che l’ha vista coinvolta in prima persona.

Come nasce l’idea di Ciao, Varsavia?

Molto casualmente. Io e Diletta ci siamo conosciute via WhatsApp e mi ha mostrato il progetto. Avendo io una passione per l’architettura brutalista sovietica, mi ha subito catturata. Diletta, la regista, abita a Varsavia già da due anni, ed era un po’ che pensavo di cimentarmi con la produzione, anche perché da attrice mi piace interfacciarmi anche con tutti gli altri reparti che compongono il lavoro sul set.

Il corto è molto glaciale nel denunciare la subalternità di cui è vittima lo sguardo femminile, e la medesima freddezza che vediamo nelle visite cui si sottopone la protagonista c’è anche nella ritualità delle sue giornate, perfino nel modo in cui si prepara i pasti.

Volevamo evitare la retorica e utilizzare una sceneggiatura piuttosto scarna, che andasse a togliere immagini che non servivano, stando solo sulla protagonista e sul suo travaglio interiore. Diletta ha un talento visivo molto marcato e un utilizzo della macchina da presa molto maturo, nonostante la sua giovane età. Ci siamo confrontate su tutto, ma lei ha dato libero sfogo alla sua immaginazione. Per me è un primo piccolo passo nel mondo della produzione: sentivo di dover cogliere il talento di Diletta, che mi sembrava sulla carta acerbo ma in realtà pieno di potenziale, con un utilizzo del materiale cinematografico molto sapiente e maturo.

Com’è stato il percorso accanto a Diletta? L’hai affiancata anche nella ricerca del cast?

Per la protagonista, lei voleva assolutamente Carlotta, con la quale ho già lavorato in Vermiglio, e che è perfetta per la parte. Nel percorso sono nate delle divergenze, magari al montaggio, ma credo sia parte di ogni rapporto tra regista e produttore. Ciò che ci premeva era mostrare una fase nella vita di questa ragazza, i cui problemi si riversano nel suo essere donna e nell’essere costantemente sotto il giudizio altrui, dato che le donne sono sempre più esposte al giudizio degli altri. Speriamo che le ragazze giovani che lo vedranno si possano immedesimare. So per certo che Diletta si è ispirata anche ad altre storie di ragazze che ha conosciuto direttamente.

Intendi proseguire il lavoro da produttrice?

Sì, vorrei produrre il primo lungometraggio di Diletta. Abbiamo già delle idee per ampliare il corto e allargare il raggio d’azione di questa storia, in un film che affronterà le stesse tematiche del corto. Credo che lei, come regista, abbia tutte le potenzialità per continuare. In questo caso ho preso la palla al balzo: a volte le cose arrivano e le devi saper accogliere. Ad ogni modo, ho la sensazione che lavorare alla produzione — che è un mestiere difficilissimo — mi permetta di ampliare anche la mia visione di attrice.

Foto: Maria Moratti/Getty Images

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Exit mobile version