ChatGPT ha scritto un episodio di Black Mirror, ma “ha fatto schifo”

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Con la nuova stagione di Black Mirror in arrivo, la stampa sta chiedendo al suo creatore Charlie Brooker di rivelare qualche retroscena e anticipazione per alimentare l’hype per lo show distopico più atteso dell’anno. Durante una recente chiacchierata con Empire, Brooker non ha nascosto di avere addirittura usato ChatGPT per provare a scrivere un episodio di Black Mirror 6 (che conterà su grandi attori come Aaron Paul, Salma Hayek e Michael Cera), definendo i risultati “un’assoluta schifezza”.

ChatGPT per scrivere episodi di Black Mirror? No, grazie!

Charlie Brooker è stato molto più esplicito nel definire gli episodi della sua serie TV scritti da ChatGPT, ma noi ci limiteremo a parafrasare le sue dichiarazioni confermando che “i risultati non sono sorprendenti” e, anzi, il chatbot tende a “rigurgitare le stesse idee” a ogni input. Del resto, per loro natura queste soluzioni IA presentano riassunti dei dati forniti in loro pasto e, in questo caso specifico, nel tentativo di generare un episodio nuovo di zecca ha “cercato tutte le sinossi degli episodi di Black Mirror per metterle insieme”, in un pot-pourri “che fa schifo”.

Per Brooker, ChatGPT è inaffidabile e ha notevoli problemi tecnici ed etici da superare, specialmente alla luce dei bias integrati nel database al quale ha accesso. L’intero tentativo di scrivere la trama di un episodio si rivela ancor più distopico di una puntata di Black Mirror, in quanto lo sforzo umano risulta completamente abbandonato e l’utente viene lasciato in balia dell’output generato dalla macchina – naturalmente modificabile, ma fondamentalmente del tutto artificiale.

Da qui nasce il risentimento da parte della comunità di scrittori, designer e altre persone impiegate dall’industria cinematografica, che temono di essere sostituiti dagli strumenti di intelligenza artificiale generativa per risparmiare, consci della loro incapacità di sostituire la creatività umana, ergo di creare spettacoli davvero degni di nota. E se lo afferma anche Brooker, responsabile della serie TV più distopica degli ultimi anni, dev’essere proprio così.

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