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Anche dopo 40 anni, questo zombie movie rimane il punto di riferimento assoluto per le commedie horror

Anche dopo 40 anni, questo zombie movie rimane il punto di riferimento assoluto per le commedie horror

Quando si parla di cinema zombie, il pensiero corre subito a George A. Romero e alla sua Notte dei morti viventi del 1968, considerata la pietra miliare che ha ridefinito il genere. Ma accanto a lui c’era John A. Russo, co-sceneggiatore del film originale, il cui nome è stato spesso dimenticato. Fu proprio Russo, anni dopo, a trovare un nuovo modo per lasciare un segno indelebile nella storia dell’horror, collaborando con Dan O’Bannon, sceneggiatore di Alien. Il risultato fu Il ritorno dei morti viventi (The Return of the Living Dead, 1985), un film che ha saputo unire con brillantezza il linguaggio dell’horror e quello della commedia, aprendo un filone che ancora oggi influenza cinema, serie tv e cultura pop.

L’idea alla base era semplice ma rivoluzionaria: cosa sarebbe successo se La notte dei morti viventi fosse stata una commedia? O’Bannon rispose costruendo una parodia che non si limitava a citare l’originale, ma lo reinventava. Il film si distingueva per una storia originale, personaggi memorabili e un uso degli effetti speciali che, all’epoca, rappresentava un salto in avanti notevole. Uscito quasi in contemporanea con Il giorno degli zombi di Romero, riuscì a ritagliarsi un’identità tutta sua: più irriverente, grottesca, sanguinolenta e, soprattutto, divertente.

Uno degli elementi che hanno reso Il ritorno dei morti viventi un cult immortale è Tarman, lo zombie simbolo del film. Disegnato dal leggendario artista William Stout, Tarman si distingueva per il corpo ricoperto di sostanza nerastra, il movimento goffo e imprevedibile e la fame insaziabile di cervelli. È stato il primo zombie a pronunciare chiaramente la parola “brains”, introducendo nella mitologia dei non-morti un dettaglio destinato a diventare iconico. Da allora, l’idea che gli zombie mangino cervelli è entrata stabilmente nell’immaginario collettivo.

Ma il film non è solo mostri e sangue: la sua colonna sonora è considerata una delle migliori di sempre in ambito horror. Un mix esplosivo di punk, psychobilly e horror punk scandisce le scene con perfetta coerenza tematica. Brani di band come The Cramps e Roky Erickson hanno contribuito a creare un’atmosfera ribelle e trasgressiva che rifletteva perfettamente l’anima del film e dei suoi protagonisti. Tanto che problemi legati ai diritti musicali causarono perfino ritardi nell’uscita home video, a dimostrazione di quanto la musica fosse parte integrante dell’opera.

Il vero miracolo de Il ritorno dei morti viventi è però la sua comicità. A differenza di molte commedie degli anni ’80 oggi considerate datate, il film conserva una freschezza inaspettata. Scene come gli zombie che usano la radio dell’ambulanza per chiedere “altri poliziotti” dopo aver divorato i primi soccorritori, o le crisi di rigor mortis di Frank e Freddy, sono momenti irresistibili che hanno saputo fondere splatter e slapstick con una naturalezza che pochi altri film hanno eguagliato. È questa miscela a rendere il film ancora oggi attuale, capace di divertire e inquietare con lo stesso equilibrio.

Dopo il successo del 1985 arrivarono quattro sequel e, nel 2023, l’annuncio di un reboot. Nessuno, tuttavia, è riuscito a replicare l’alchimia dell’originale. Titoli come Night of the Creeps, Shaun of the Dead e Zombieland hanno tentato con successo di seguire la strada tracciata, ma Il ritorno dei morti viventi resta il modello a cui ogni horror comedy zombie deve inevitabilmente guardare.

Quarant’anni dopo, questo film non è soltanto un cult da riscoprire, ma un vero e proprio manuale su come mischiare generi apparentemente inconciliabili. È la prova che il cinema può spingersi oltre i confini del terrore, trasformando gli zombie in simboli tanto terrificanti quanto irresistibilmente comici. Un capolavoro che continua a dimostrare, oggi come allora, che la risata e l’orrore possono camminare mano nella mano… o meglio, strisciare insieme, proprio come Tarman.

Fonte: CBR

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