Altro che renne, lucine e buoni sentimenti: Trasporto eccezionale – Un racconto di Nataleè uno dei film natalizi più disturbanti e sorprendenti mai realizzati. Uscito nel 2010 e diretto da Jalmari Helander, il film prende l’immaginario più rassicurante delle feste e lo ribalta completamente, trasformando Babbo Natale in una figura arcaica, minacciosa e profondamente inquietante.
Ambientato in una remota regione della Finlandia, Trasporto eccezionale – Un racconto di Nataleparte come una favola nera. Un’operazione di scavi guidata da una compagnia americana perfora una montagna considerata sacra dagli abitanti del posto, convinta di poter estrarre qualcosa di prezioso. A intuire che sotto il ghiaccio non si nasconde nulla di buono è Pietari, un bambino che inizia a indagare sulle leggende più antiche legate a Babbo Natale. Quello che scopre è molto lontano dall’icona commerciale a cui siamo abituati: non un nonno bonario vestito di rosso, ma una creatura punitiva, pronta a rapire i bambini disobbedienti.
Da qui, il film scivola lentamente verso l’orrore. Renne sventrate, sparizioni inspiegabili, figure nude e silenziose che emergono dalla neve come presenze fuori dal tempo: Trasporto eccezionale – Un racconto di Natalecostruisce la tensione più attraverso l’atmosfera che con la violenza esplicita. Helander sfrutta il paesaggio innevato come un elemento narrativo vero e proprio, trasformando il silenzio e l’immobilità in qualcosa di minaccioso. È un horror che inquieta senza urlare, capace di rendere sinistro anche il più piccolo dettaglio.
Nonostante l’oscurità del suo immaginario, il film conserva però un’anima quasi da avventura anni ’80. Il punto di vista resta quello di Pietari, un bambino che prende sul serio i miti e che diventa il vero centro morale della storia. Questa scelta avvicina Rare Exports più a una fiaba nera che a un classico horror splatter, richiamando lo spirito di certo cinema Amblin, ma filtrato attraverso un umorismo nerissimo e una sensibilità nordica.
Quando il film decide di mostrare apertamente il suo lato più folle, lo fa senza mezze misure. L’idea degli “elfi” di Babbo Natale – anziani nudi, ferali e pericolosi – è tanto grottesca quanto memorabile. Ed è proprio questa capacità di mescolare orrore, satira e assurdo a rendere Trasporto eccezionale – Un racconto di Nataleun oggetto unico nel panorama dei film natalizi.
Sotto la superficie horror, si nasconde anche una riflessione sorprendentemente lucida sul capitalismo e sulla mercificazione delle tradizioni. Il Babbo Natale che conosciamo, suggerisce il film, non è altro che una versione addomesticata e vendibile di un mito molto più scomodo. E quando la minaccia viene finalmente neutralizzata, la soluzione scelta dai protagonisti non è poi così distante dalla logica che ha creato il problema: trasformare l’orrore in un prodotto esportabile.
A distanza di anni, Trasporto eccezionale – Un racconto di Nataleresta un piccolo cult capace di distinguersi da qualsiasi altro film ambientato durante le feste. È disturbante ma anche ironico, glaciale ma stranamente affascinante, e dimostra che il Natale, al cinema, può essere anche il terreno perfetto per raccontare una storia di puro horror.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

