YouTube blocca i video spazzatura generati dall’AI, nuove regole

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Anche nel prato di YouTube cresce l’erbaccia… la piattaforma di streaming, infatti, patisce ha lo stesso problema di Google: milioni di contenuti di bassa qualità creati dall’intelligenza artificiale. Documentari su crimini completamente inventati dall’AI che raccolgono milioni di visualizzazioni, canali musicali generati automaticamente con milioni di iscritti, fake news su eventi di cronaca che diventano virali. La piattaforma ha deciso che è arrivato il momento di agire.

YouTube: stop ai video AI fake, le nuove regole contro lo spam

Il 15 luglio YouTube aggiornerà le politiche del Partner Program per rendere più difficile monetizzare quello che chiamano contenuto non autentico, un eufemismo elegante per descrivere la marea di video prodotti in massa dall’intelligenza artificiale che sta inquinando la piattaforma.

YouTube ha sempre richiesto contenuti originali e autentici, ma ora vuole essere più specifico su cosa significano queste parole nell’era dell’AI. Le nuove linee guida daranno filo da torcere ai contenuti prodotti in massa e ripetitivi, caratteristiche tipiche dei video generati dall’AI.

Rene Ritchie, responsabile editoriale di YouTube, ha cercato di minimizzare il cambiamento chiamandolo un aggiornamento minore. Ma la realtà è che la piattaforma è sommersa da quello che viene chiamato “AI slop“: contenuti di scarsa qualità realizzati con strumenti di intelligenza artificiale generativa.

L’invasione silenziosa dell’AI spazzatura

Gli esempi sono ovunque. Voci artificiali sovrapposte a foto e video riciclati, canali che pubblicano decine di video al giorno usando generatori di video AI, serie su crimini inventati di sana pianta che raccolgono milioni di visualizzazioni. Persino il CEO di YouTube, Neal Mohan, è stato vittima di deepfake usati per truffe di phishing sulla sua stessa piattaforma.

Un caso eclatante è stato quello di una serie true crime diventata virale che raccontava omicidi completamente inventati dall’AI. I video sembravano documentari professionali, ma ogni dettaglio – dalle vittime ai crimini – era generato artificialmente. Solo dopo milioni di visualizzazioni qualcuno si è accorto che le storie non esistevano.

Il problema non è solo la qualità dei contenuti, ma il fatto che questi video generano soldi veri. Canali pieni di musica AI che accumulano milioni di iscritti, video fake su eventi di cronaca che monetizzano attraverso pubblicità, contenuti ripetitivi che sfruttano l’algoritmo per moltiplicare le visualizzazioni.

YouTube si trova di fronte a un bel dilemma. Da una parte vuole incoraggiare la creatività e l’innovazione (inclusa quella che usa l’AI), dall’altra deve proteggere la qualità della piattaforma e la fiducia degli utenti. Le nuove politiche cercano di tracciare una linea tra uso creativo dell’AI e spam automatizzato.

Cosa cambia per i creator

Molti creator temevano che l’aggiornamento limitasse la possibilità di monetizzare video di reaction o contenuti che includono clip di altri, ma YouTube ha chiarito che non è questo l’obiettivo. Il focus è su contenuti chiaramente prodotti in massa o ripetitivi, non su formati creativi consolidati.

La distinzione però non sarà sempre facile. Dove finisce la creatività assistita dall’AI e inizia lo spam automatizzato? YouTube dovrà sviluppare sistemi sempre più sofisticati per distinguere tra contenuto autentico che usa l’AI come strumento e spazzatura generata in massa.

I generatori di video AI, infatti, stanno migliorando rapidamente. Distinguere i contenuti autentici da quelli artificiali sarà sempre più complicato. YouTube dovrà costantemente aggiornare i suoi sistemi di rilevamento per stare al passo.

La posta in gioco è alta. Se YouTube non riesce a controllare l’invasione di video AI non autentici, rischia di danneggiare la sua reputazione e il valore della piattaforma. I creator di certo non vogliono che i loro annunci appaiano accanto a contenuti fake, e gli utenti potrebbero perdere fiducia se non riescono più a distinguere tra informazioni vere e generate artificialmente.

Sostenere l’uso creativo dell’AI e disincentivare la produzione in massa di contenuti senza valore sarà una sfida in stile Mission Impossibile…

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