X: il 90% delle Community Notes non viene mai pubblicato, la verifica è un flop

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Un nuovo studio del Digital Democracy Institute of the Americas ha analizzato l’intero dataset pubblico di X: 1,76 milioni di note pubblicate tra gennaio 2021 e marzo 2025. Il risultato è impietoso. Oltre il 90% delle Community Notes non viene mai pubblicato, mettendo in discussione l’efficacia di un sistema spacciato come “veloce, scalabile e trasparente”.

Lo studio arriva in un momento delicato per X. La CEO Linda Yaccarino si è dimessa dopo due anni, mentre il chatbot AI Grok di Musk ha scatenato polemiche per i commenti antisemiti che elogiavano Adolf Hitler.

Per i contenuti in inglese, la situazione è persino peggiorata. Il tasso di pubblicazione è crollato dal 9,5% del 2023 al 4,9% del 2025. Le note in spagnolo mostrano una leggera crescita, ma partendo da percentuali ancora più basse. Il problema non è solo la mancanza di consenso tra gli utenti. Migliaia di note non vengono nemmeno valutate, probabilmente mai viste o esaminate da altri contributori.

Nonostante il crescente numero di contributori che inviano note, molte rimangono bloccate nel limbo: nessuno le vede, nessuno le valuta, spiega lo studio. Un collo di bottiglia che diventa sempre più evidente man mano che cresce il volume di contributi.

Un piccolo dettaglio curioso: chi ha scritto più Community Notes in inglese non è una persona, ma un bot che segnala truffe con le criptovalute. Ha inviato oltre 43.000 correzioni in quattro anni, ma solo il 3,1% è stato pubblicato. Un paradosso che la dice lunga sul sistema… Persino un algoritmo specializzato nel rilevare frodi evidenti fatica a superare i filtri delle Community Notes.

La lentezza che uccide la verità

Anche quando le note riescono a essere pubblicate, i tempi sono drammatici. Sebbene siano migliorati da oltre 100 giorni nel 2022 a 14 giorni nel 2025, è tutto troppo lento. La disinformazione è virale, e si diffonde in ore, non settimane. Quattordici giorni per correggere una notizia falsa? Nel frattempo, la bugia ha già fatto il giro del mondo tre volte.

I social network stanno puntando sempre più sui controlli fatti dagli utenti invece che sui fact-checker professionali. Ma se il 90% dei contributi finisce nel nulla, quanto può essere davvero efficace questa “democratizzazione” della verifica?

Gli studi dimostrano che le Community Notes possono funzionare per alcune falsità come la disinformazione sui vaccini, ma i ricercatori avvertono che funziona meglio solo su argomenti dove c’è ampio consenso. Su tutto il resto, cioè la maggior parte dei contenuti controversi, il sistema sembra arrancare.

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