Microsoft giura che Windows 11 è fino a 2,3 volte più veloce di Windows 10. Peccato che abbiano “dimenticato” un piccolo particolare. Hanno confrontato PC vecchi di nove anni con macchine nuove di zecca. I test indipendenti raccontano tutta un’altra storia.
Con Windows 10 che andrà in pensione questo ottobre, milioni di utenti si chiedono se valga davvero la pena passare al nuovo sistema. La risposta dei benchmark più recenti potrebbe sorprendere: Windows 10 spesso vince ancora, soprattutto dove conta davvero.
Windows 11 batte Windows 10? I benchmark 2025 dicono il contrario
Quando Microsoft dichiara prestazioni superiori del 246% per Windows 11, c’è qualcosa che puzza. E infatti, scavando nei dettagli dello studio commissionato a Principled Technologies, emerge la verità: hanno confrontato PC Windows 10 con processori Intel di sesta generazione (del 2015) contro macchine Windows 11 con chip di dodicesima e tredicesima generazione.
I test indipendenti di Neowin su hardware identico mostrano una realtà completamente diversa. Su un sistema con Intel Core i7-14700K e AMD Radeon 7800 XT, le differenze sono minime, spesso entro il margine d’errore. E quando c’è un vincitore chiaro, sorprendentemente spesso è Windows 10.
Gaming: dove Windows 10 domina ancora
I benchmark più recenti con processore Ryzen 9 9950X3D rivelano risultati interessanti. In alcuni titoli come Assassin’s Creed Odyssey e Far Cry 6, Windows 11 mostra vantaggi significativi fino al 22% nei frame rate medi. Ma la storia cambia drasticamente con altri giochi.
Hitman 3 gira il 9% meglio su Windows 10. Nei test sintetici CPU-intensivi come Steel Nomad di 3DMark, Windows 10 mantiene costantemente il vantaggio. Fire Strike Extreme mostra Windows 10 avanti del 13% nei test di fisica, un gap enorme per sistemi che dovrebbero essere “generazioni” distanti secondo Microsoft.
La verità è che Windows 10 eccelle nei carichi di lavoro che stressano la CPU, mentre Windows 11 sembra ottimizzato meglio per le GPU moderne. Per i gamer con configurazioni equilibrate, la scelta non è così ovvia come Microsoft vorrebbe far credere.
L’intelligenza artificiale cambia le carte in tavola
C’è un’area dove Windows 11 brilla davvero: l’AI. Nei test di generazione del testo con modelli come Phi 3.5 e Llama 3.1, Windows 11 supera il predecessore del 43-46%. È un vantaggio enorme per chi lavora con i chatbot, assistenti AI o strumenti di produttività basati su machine learning.
Ma quanti utenti sfruttano davvero queste capacità? Per l’utente medio che usa il PC per navigare, lavorare con Office e giocare occasionalmente, questi miglioramenti nell’AI sono praticamente invisibili.
Il paradosso delle prestazioni in calo
PassMark Software ha rilevato un dato allarmante: per la prima volta nella storia, le prestazioni medie delle CPU nei PC Windows stanno calando nel 2025. L’azienda specula che il passaggio forzato da Windows 10 a 11 potrebbe essere una delle cause, insieme al bloatware sempre più invasivo dei nuovi sistemi.
La maggior parte degli utenti non sta nemmeno passando a CPU con più di 8 core, rimanendo ferma agli stessi livelli di performance del 2020. In un contesto dove l’hardware non migliora e il software diventa più pesante, il risultato è prevedibile: prestazioni peggiori per tutti.
Produttività: risultati contrastanti
Nei benchmark di produttività, il quadro è ancora più confuso. PCMark 10 mostra Windows 11 superiore nel rendering (+38%), ma Windows 10 vince vince nel multitasking. L’avvio delle applicazioni su Windows 11 24H2 è sorprendentemente più lento del 13% rispetto a Windows 10.
7-Zip mostra Windows 10 migliore nella decompressione dei file, mentre Windows 11 vince nella compressione. Cinebench 2024 dà un leggero vantaggio a Windows 11, ma parliamo di differenze minime.
Il consumo di memoria
Un dettaglio interessante emerso dai test: Windows 11 24H2 consuma sistematicamente più RAM di Windows 10 e anche delle versioni precedenti di Windows 11. In alcuni casi, l’allocazione di memoria è superiore del 15-20% per le stesse applicazioni.
Per chi ha 32GB di RAM non è un problema, ma per la maggioranza degli utenti con 8 o 16GB, questo appetito extra potrebbe tradursi in rallentamenti concreti quando si tengono aperte molte applicazioni. È l’ennesimo esempio di come Windows 11 sia stato progettato pensando all’hardware del futuro, non a quello che la gente ha realmente oggi.
Installazione pulita vs upgrade
Chi pensava che reinstallare Windows 11 24H2 da zero potesse risolvere i problemi di prestazioni si sbaglia. I test dimostrano che spesso formattare tutto e ripartire da capo peggiora le cose rispetto a un semplice aggiornamento.
È controintuitivo. Di solito l’installazione pulita è la soluzione a tutti i mali: elimina file spazzatura, conflitti, programmi inutili. Ma stavolta no, l’avvio delle applicazioni diventa ancora più lento.
L’unico vantaggio di un’installazione pulita sembra essere una gestione più efficiente della memoria in alcuni scenari specifici. Ma per la maggior parte degli utenti, il gioco non vale la candela: ore di reinstallazione per prestazioni identiche o peggiori.