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WhatsApp, Stati a tempo nella sezione Info del profilo

WhatsApp, Stati a tempo nella sezione Info del profilo

WhatsApp ha appena introdotto gli Stati temporanei nella sezione Info del profilo per i beta tester. Una funzione che promette più privacy, ma potrebbe spingere a condividere ancora di più. Dietro l’apparente protezione della privacy, infatti, si nasconde un meccanismo psicologico sottile.

WhatsApp lancia gli Stati temporanei nella sezione Info del profilo che creano dipendenza sociale

La nuova funzione permette di impostare un messaggio nella sezione Info che scompare automaticamente dopo un periodo che va dai 30 minuti a un mese. Sembra una mossa pro-privacy: niente più informazioni obsolete che rimangono per anni sul proprio profilo, niente più frasi imbarazzanti scritte in un momento particolare…

Ma c’è un dettaglio che Meta non dice. Questi messaggi vengono comunque salvati nella propria cronologia privata, accessibile solo a noi. La “privacy” quindi protegge gli altri dal vedere le vecchie informazioni, ma non protegge gli utenti dalla raccolta dati di WhatsApp.

C’è qualcosa di potente nella natura temporanea dei contenuti. Quando si sa che quello che si condivide scomparirà, si tende a condividere di più e in modo più spontaneo. È il principio che ha reso Snapchat un fenomeno globale e che Instagram ha copiato con le Storie. WhatsApp sta applicando la stessa logica ai nostri profili personali. Il messaggio che “tanto scompare” può spingere a essere più spontanei, più frequenti negli aggiornamenti, più… coinvolti nella piattaforma.

Lo Stato temporaneo nella sezione Info del profilo si alternerà con le informazioni “ultimo accesso” nell’header delle conversazioni. Significa che ogni volta che qualcuno apre una chat con noi, potrebbe vedere informazioni diverse.

WhatsApp, che confusione…

WhatsApp ora avrà tre tipi diversi di Stati: quelli permanenti, gli stati temporanei, e le Storie da 24 ore. La cosa potrebbe confondere gli utenti, ma per Meta è perfetto per raccogliere dati e avere più opportunità di engagement.

E la privacy?

Meta presenta questa funzione come un modo per dare agli utenti “più controllo” e ridurre le informazioni obsolete sui profili. Ma in realtà sta creando più punti di contatto, più occasioni per condividere, più dati da elaborare. È un circolo vizioso travestito da circolo virtuoso. Più condividiamo, più gli altri controllano, più controlliamo gli altri, più tempo passiamo tutti su WhatsApp

Il fatto che la funzione sia in beta test solo per alcuni utenti Android non è un caso. Probabilmente Meta sta misurando quanto questa funzione aumenti il tempo di utilizzo dell’app, la frequenza degli aggiornamenti del profilo, il numero di visualizzazioni delle chat. Se la funzione dovesse ridurre l’engagement, probabilmente non la vedremmo mai nel roll out globale.

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