WhatsApp lancia i promemoria per le chiamate perse

Dopo i promemoria per i messaggi, su WhatsApp arrivano i Promemoria per le chiamate perse. La nuova funzione può sembrare utile sulla carta, ma che rischia di sabotare la concentrazione sul lavoro.

Su WhatsApp arrivano i promemoria delle chiamate perse

Quando si perde una chiamata, si può impostare un promemoria per richiamare dopo 2 ore, 8 ore, il giorno seguente o secondo un programma personalizzato. Meta sa esattamente quello che sta facendo… Vuole trasformare un evento passivo (la chiamata persa che si può dimenticare) in uno attivo (il promemoria che costringe a riaprire l’app).

È psicologia comportamentale applicata al marketing digitale. Normalmente il cervello filtra automaticamente le informazioni. Ricorda quelle importanti e scarta quelle inutili. Ma WhatsApp interrompe questo processo naturale per catturare la nostra attenzione su ogni singolo messaggio, anche quello più banale. E alla fine, non riusciamo più a staccarci, perché ogni notifica attiva la stessa risposta neurologica, che sia un messaggio urgente di lavoro o un meme nel gruppo degli amici.

In teoria, la funzione dovrebbe essere d’aiuto. In pratica, rischia di trasformarsi in una serie infinita di interruzioni programmate. Il risultato, è un flusso continuo di micro-distrazioni che frammentano la giornata lavorativa.

Personalizzare le notifiche

WhatsApp fa credere agli utenti di avere il controllo totale. Permette di scegliere quando essere avvisati, di personalizzare gli intervalli, e di decidere per quali chiamate attivare i promemoria. Ma è proprio questo il trucco, ogni volta che si imposta un promemoria, si sta essenzialmente programmando una futura interruzione della propria concentrazione. E una volta che si inizia a usare questa funzione, diventa difficile smettere. La paura di dimenticare qualcosa di importante spingerà ad attivare promemoria anche per le chiamate meno rilevanti.

Meta ha specificato che i promemoria vengono elaborati interamente sul dispositivo. È un dettaglio rassicurante, ma che non risolve il problema principale: l’impatto sulla propria capacità di concentrazione.

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