WhatsApp lancia AI che corregge gli errori senza spiare i messaggi

WhatsApp lancia “Writing Help“. La funzione, in fase di test nella beta 2.25.23.7 per Android, promette di correggere, migliorare e riscrivere i messaggi senza che Meta possa leggere una sola parola. Lo scopo è offrire funzionalità AI avanzate mantenendo la crittografia end-to-end.

WhatsApp, arriva l’AI che corregge gli errori, ma non legge i messaggi

Il sistema si basa su “Trusted Execution Environments” (TEE), compartimenti isolati nei server cloud dove i dati vengono processati in modo che nemmeno Meta può accedervi. Quando si attiva Writing Help, il messaggio viene criptato sul dispositivo, inviato al TEE nel cloud, elaborato dall’AI, e il suggerimento torna indietro criptato. In nessun momento Meta può vedere il contenuto originale o i suggerimenti generati.

È la risposta di Meta al Private Cloud Compute di Apple, ma applicata a 2 miliardi di utenti WhatsApp. Un esperimento su scala planetaria.

La funzione è disattivata di default e richiede l’attivazione manuale. Una volta attivata, Writing Help può suggerire correzioni grammaticali, riformulazioni più chiare, toni diversi (formale, casual, professionale), e persino tradurre al volo.

Immaginiamo di scrivere un messaggio importante al capo mentre si è di fretta. L’AI può trasformare Ciao, scusa il ritardo domani vengo prima in Buongiorno, mi scuso per il ritardo di oggi. Domani sarò in ufficio in anticipo per recuperare. Tutto questo senza che Meta sappia che si sta parlando con il proprio capo o di cosa ci si sta scusando.

Il roll out è “estremamente limitato” per ora, con Meta che testa la funzione su piccoli gruppi prima di espanderla. Ma è comprensibile, un errore di privacy su WhatsApp sarebbe catastrofico.

L’arrivo di Message Summaries, i riassunti dei messaggi

Ma Writing Help è solo l’inizio. Meta ha già annunciato Message Summaries, una funzione che riassume conversazioni lunghe usando la stessa tecnologia Private Processing. Si torna dalle vacanze con centinaia di messaggi nel gruppo famiglia? L’AI genera un riassunto istantaneo senza che Meta possa leggere i pettegolezzi di zia Maria…

Il white paper tecnico pubblicato da Meta è sorprendentemente dettagliato. Descrive architetture complesse, protocolli di verifica, audit esterni. È un tentativo di conquistare la fiducia di utenti scottati da anni di scandali sulla privacy.

Il dilemma del cloud: potenza vs privacy

La scelta di processare l’AI nel cloud invece che sul dispositivo è controversa. Apple, con il suo approccio “on-device first”, critica questo modello. Ma Meta ha ragioni valide. L’AI cloud è più potente, sempre aggiornata, e non scarica la batteria del telefono.

Il problema è la fiducia. Come sappiamo che Private Processing funziona davvero come promesso? Meta dice che il codice sarà verificabile. Ma alla fine, è un atto di fede. Dobbiamo credere che i TEE siano davvero impenetrabili, che Meta non abbia backdoor segrete. È lo stesso dilemma della crittografia end-to-end: tecnicamente sicura, ma bisogna fidarsi che sia implementata correttamente.

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