Un’ora al giorno persa: quanto costa ignorare l’AI

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BCG ha intervistato più di 10.600 lavoratori in 11 paesi diversi e il risultato è interessante. Il 47% di chi usa l’intelligenza artificiale guadagna più di un’ora ogni giorno. Facciamo un po’ i conti: un’ora al giorno sono 5 ore a settimana, 20 ore al mese, sono 240 ore all’anno.

I lavoratori che usano l’AI guadagnano 1 ora al giorno

Il tempo risparmiato non sparisce nel nulla. Chi usa l’intelligenza artificiale lo reinveste in tre modi principali: completare più compiti nella stessa giornata, finire prima mantenendo la stessa qualità del lavoro, oppure dedicarsi ad attività più strategiche e creative che richiedono il tocco umano.

È un circolo virtuoso. L’AI si occupa delle parti ripetitive e noiose, così ci si può concentrare su compiti meno meccanici.

In Francia, il 64% dei lavoratori usa l’AI almeno una volta a settimana, mentre la media globale si attesta al 72%. L’Italia probabilmente non è messa meglio, considerando la nostra storica resistenza alle novità tecnologiche. Significa che più di un terzo della forza lavoro sta consapevolmente scegliendo di rimanere indietro.

Non è questione di età o di settore. L’AI oggi è accessibile a chiunque abbia un computer e una connessione Internet. È una scelta, non una barriera tecnologica. E come tutte le scelte, ha delle conseguenze che si misurano in competitività, opportunità e, alla fine, successo professionale.

Gli agenti AI cambieranno tutto (di nuovo)

Chi pensa che un’ora al giorno sia già tanto, probabilmente dovrà ricredersi molto presto. OpenAI ha appena lanciato la modalità agente di ChatGPT, che non si limita più a rispondere a domande ma può lavorare autonomamente su un computer. Il 77% degli intervistati a livello mondiale è convinto che diventeranno cruciali. Stiamo assistendo all’alba di una nuova era dove l’AI non sarà più solo un assistente, ma un vero e proprio collaboratore digitale.

Molte aziende pensano che basti installare ChatGPT su tutti i computer per diventare produttive. BCG avverte che non è così. Per ottenere veramente dei benefici bisogna ripensare i processi, formare le persone, e integrare la tecnologia nel flusso di lavoro quotidiano.

Questo significa che chi inizia oggi parte già in svantaggio rispetto a chi ha iniziato sei mesi fa. E chi inizierà tra sei mesi sarà ancora più indietro. Non è solo questione di imparare uno strumento, ma di sviluppare una mentalità diversa. La buona notizia è che non è mai troppo tardi per iniziare.

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