Google ha finalmente fatto quello che minacciava di fare da mesi: stroncare una volta per tutte uBlock Origin su Chrome. La versione 142 del browser, rilasciata la settimana scorsa e diffusa ampiamente questa settimana, ha rimosso le flag sperimentali che permettevano a Manifest v2 di continuare a vivere.
Gli utenti che hanno aggiornato Chrome, o che hanno acceso il computer per scoprire che si è aggiornato da solo come fa sempre, hanno scoperto che uBlock Origin non funziona, di nuovo, questa volta “definitivamente”, perché non è più supportato.
Google blocca uBlock Origin su Chrome, il trucco per riattivarlo
Ma c’è un colpo di scena. Esiste un un trucco che per far funzionare di nuovo uBlock Origin. Il problema? È complicato, temporaneo, e probabilmente smetterà di funzionare con il prossimo aggiornamento. Forse è il momento di accettare la realtà, Google vuole che vediamo le pubblicità, e farà di tutto per assicurarsi che sia così.
Questa morte era annunciata da tempo. La versione 139 di Chrome, rilasciata a fine 2024, aveva fatto la transizione a Manifest v3, chiudendo effettivamente i metodi con cui funzionavano gli ad-blocker come uBlock Origin. All’inizio gli utenti potevano semplicemente riattivare uBlock Origin con un clic. Poi ha smesso di funzionare.
Poi sono arrivate le flag sperimentali. Gli utenti dovevano abilitare “Allow legacy extension manifest versions” in Chrome e caricare manualmente uBlock Origin per ripristinarlo. La flag stessa diceva, in modo inquietante, “Dovrebbe essere usato solo per mantenere estensioni legacy e sarà rimosso in futuro”. Quel futuro è arrivato con Chrome v142, dove questa flag e altre flag legacy sono scomparse, decretando la morte di uBlock Origin. O almeno così pensava Google.
Un utente Reddit chiamato DerpyMD, ha scoperta un modo per far funzionare di nuovo uBlock Origin, ma bisogna sporcarsi le mani con le modifiche alla riga di comando. Ecco come fare:
- Fare clic destro sulla scorciatoia di Chrome sul PC Windows;
- Selezionare le Proprietà;
- Nel campo Target, aggiungere questo codice dopo “….chrome.exe”: –disable-features=ExtensionManifestV2Unsupported,ExtensionManifestV2Disabled`
Assicurarsi che ci sia uno spazio tra le due stringhe. Poi, quando si lancia Chrome attraverso questa scorciatoia modificata, si potrà attivare la Modalità Sviluppatore per le Estensioni e successivamente riattivare uBlock Origin. Sarà necessario anche rimuovere le vecchie scorciatoie di Chrome dalla barra delle applicazioni e appuntare questa nuova versione modificata.
Quanto durerà questo trucco?
Onestamente? Nessuno lo sa. Questa volta non ci sono avvisi inquietanti nella stringa di comando, ma è chiaro che le estensioni Manifest v2 non hanno vita eterna. Google le sta eliminando gradualmente, e ogni nuovo aggiornamento di Chrome potrebbe essere quello che chiude definitivamente questa porta.
Se si vuole continuare a usare uBlock Origin nella sua forma completa, non c’è alternativa, bisogna lasciare Chrome. Firefox supporta ancora Manifest v2 e non ha intenzione di disfarsene presto. Per chi trova difficile abbandonare Chrome, esiste uBlock Origin Lite. È una versione ridotta che funziona con Manifest v3, disponibile sul Chrome Web Store. Non è potente come l’originale, ha limitazioni significative su cosa può bloccare, ma almeno funziona senza trucchi.
Google è un’azienda pubblicitaria che guadagna miliardi mostrando annunci. Chrome è il browser più usato al mondo. Se Chrome blocca efficacemente le pubblicità, Google perde soldi. È semplice. Manifest v3 è stato spacciato come un miglioramento per la sicurezza e le prestazioni, ma la realtà è che limita drasticamente cosa le estensioni possono fare, soprattutto per quanto riguarda il blocco dei contenuti.


