Meta ha annunciato una serie di accordi commerciali con testate giornalistiche per portare notizie globali, di intrattenimento e di attualità sul suo chatbot Meta AI. È chiaro che sta cercando di competere disperatamente con ChatGPT, Gemini e tutti gli altri assistenti AI che stanno cannibalizzando il traffico web.
Gli editori coinvolti sono CNN, Fox News, Fox Sports, Le Monde Group, il portfolio di People Inc., The Daily Caller, The Washington Examiner e USA Today. Una lista che mixa mainstream e testate conservatrici, generaliste e specializzate. L’azienda prevede di aggiungere altre partnership in futuro.
Quando gli utenti faranno domande su notizie a Meta AI, il chatbot fornirà informazioni con link a diverse fonti. L’idea è che si faccia la domanda, si riceva la risposta sintetizzata dall’intelligenza artificiale e poi, se proprio si vuole approfondire, si clicca sul link per visitare il sito web dell’editore.
Meta sostiene che questo permetterà ai suoi partner di raggiungere un nuovo pubblico. Ma sappiamo già come andrà a finire. La maggior parte delle persone si accontenterà della sintesi fornita dal chatbot senza mai cliccare quel link. Perché dovrebbero, quando l’AI ha già fatto un bel riassunto di tutto quello che serviva sapere?
Meta ha passato anni a rendere le sue piattaforme sempre meno ospitali per le notizie. Nel 2024 ha eliminato la scheda “Notizie” da Facebook, e nel 2022 aveva smesso di pagare gli editori, dichiarando praticamente chiusa la stagione degli accordi commerciali.
Ora invece ci ripensa, non per amore del giornalismo, ma perché il suo chatbot AI ha bisogno di contenuti freschi, sebbene gli eventi in tempo reale siano difficili da gestire per i sistemi di intelligenza artificiale, come ammette Meta nel post sul blog.
Ci impegniamo a rendere Meta AI più reattiva, accurata ed equilibrata
, scrive l’azienda. L’obiettivo è migliorare la capacità di Meta AI di fornire contenuti e informazioni tempestivi e pertinenti con un’ampia varietà di punti di vista e tipi di contenuti
.
Un cocktail editoriale che dovrebbe garantire un certo equilibrio. ma probabilmente creerà quella cacofonia di voci contraddittorie che è diventato oramai Internet.
La corsa disperata per non restare indietro
Meta sta cercando di attirare più utenti verso il suo chatbot perché deve affrontare una concorrenza agguerrita. ChatGPT domina il mercato, Gemini spinge forte, Perplexity ha trovato la sua nicchia. E Meta AI? Disponibile in oltre 200 paesi, accessibile da Facebook, Instagram, WhatsApp, Messenger e tramite app autonoma, eppure fatica a convincere le persone a usarlo.
Non ha aiutato il controverso rilascio di Llama 4, il modello di linguaggio che all’inizio dell’anno ha suscitato lamentele per le scarse prestazioni. Un flop che ha messo Meta in una posizione scomoda proprio mentre gli altri correvano avanti.
Ora l’azienda spera che le notizie in tempo reale possano fare la differenza. Che gli utenti preferiscano chiedere a Meta AI cosa è successo oggi invece di aprire Google News o scrollare X. Una bella scommessa…


