In seguito all’indagine partita da Cagliari, la Guardia di Finanza ha iniziato a ricostruire l’intera organizzazione che offre abbonamenti per la visione illegale di numerosi contenuti protetti dal diritto d’autore. In base alle ultime informazioni, i militari delle Fiamme Gialle hanno identificato oltre 10.000 utenti che ora rischiano sanzioni fino a 5.000 euro.
Documenti falsi e pagamenti in criptovalute
L’indagine sulla pirateria audiovisiva è iniziata casualmente nel 2024 durante il controllo amministrativo effettuato in un esercizio commerciale nelle vicinanze di Cagliari. La Guardia di Finanza ha scoperto vari dispositivi (decoder, TV box Android e altri) usati per la trasmissione pirata in streaming di eventi sportivi, film e serie TV.
Nei mesi successivi sono stati effettuati perquisizioni e sequestri in altre Regioni, tra cui Lombardia, Sicilia e Puglia. In base al bilancio provvisorio sono stati identificati oltre 10.000 abbonati alle IPTV. Il prezzo è di circa 100-110 euro all’anno, decisamente appetibile considerato il numero di contenuti offerti. Gli utenti hanno usato documenti falsi e pagato con criptovalute, ma sono stati ugualmente scoperti.
Un rivenditore di Agrigento guadagnava oltre 50.000 euro al mese in Litecoin. Alla violazione del diritto d’autore si aggiungono quindi altri reati, tra cui evasione fiscale e riciclaggio di denaro. La Guardia di Finanza ha finora scoperto sei rivenditori e 89 sub-rivenditori. I server utilizzati per lo streaming pirata si trovano all’estero (Stati Uniti e Olanda), quindi la Procura di Cagliari ha inviato rogatorie internazionali.
L’indagine è ancora in corso. I militari hanno iniziato a controllare i conti correnti e le chat su Telegram e WhatsApp per raccogliere ulteriori informazioni. DAZN e Sky Italia hanno ringraziato la Guardia di Finanzia di Cagliari per l’ottimo lavoro svolto. Federico Bagnoli Rossi, Presidente di FAPAV, ha evidenziato i danni economici per il settore:
Nel 2024, secondo gli ultimi dati FAPAV-Ipsos, si stimano circa 295 milioni di atti di pirateria compiuti con un danno economico complessivo calcolato in oltre 1,1 miliardi. Una spina nel fianco non solo per l’industria audiovisiva ma per l’intero Paese. Considerando tutti i contenuti (film, serie/fiction e sport live) si stimano ripercussioni per l’economia italiana pari a circa 2,2 miliardi di euro di perdita in termini di fatturato delle aziende.