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La Motion Pictures
Association (MPA), che include colossi come Netflix, Disney, Amazon e Sony, ha
espresso il proprio sostegno a un nuovo disegno di legge che rafforzerebbe, se
passasse, il contrasto ai siti di pirateria digitale negli Stati Uniti e, potenzialmente,
anche oltre i confini nazionali. Colpirebbe quindi film, serie TV e anche anime.
Lo scorso 29 gennaio,
la deputata americana Zoe Lofgren ha presentato alla Camera il Foreign Anti-Digital Piracy Act (abbreviato in FADPA). Si tratta di un
provvedimento che, se approvato, permetterebbe ai detentori di copyright o a chi
ne detiene la licenza di richiedere a un tribunale distrettuale degli Stati
Uniti di emettere ordini preliminari per bloccare l’accesso a piattaforme
estere di pirateria.
Tra i soggetti che potrebbero essere obbligati a
conformarsi figurano giganti del settore come Google e Cloudflare e i
principali fornitori di servizi Internet (come Comcast o AT&T).
“Piracy Shield deve bloccare anche i siti pirata di film e serie TV”. Il desiderio di FAPAV
Come
funzionerebbe il FADPA?
Dopo la segnalazione
dei detentori dei diritti, il tribunale condurrebbe una valutazione del rischio
per determinare se l’ordine di blocco possa interferire con l’accesso a
contenuti legali, arrecare danno ai provider di servizi o compromettere
l’interesse pubblico.
Il sito accusato di
violazione avrebbe poi 30 giorni per presentare una difesa. In caso di mancata
opposizione, il tribunale potrebbe avvalersi di un “master” – una
sorta di arbitro – per verificare le affermazioni del richiedente e prendere una
decisione entro 14 giorni dall’eventuale risposta del sito accusato.
Se il tribunale
confermasse la violazione, i fornitori di servizi avrebbero 15 giorni (o 20 in
casi particolari) per bloccare l’accesso al sito. Tuttavia, per eventi in
diretta, come competizioni sportive o concerti, il blocco potrebbe essere
imposto immediatamente e i provider avrebbero solo 7 giorni per conformarsi. Il
blocco potrebbe essere rinnovato per 12 mesi se il sito pirata continuasse a
operare.
Le
implicazioni per le società tech
Il disegno di legge
mira a colpire i fornitori di servizi con almeno 100.000 abbonati o ricavi
superiori a 100 milioni di dollari all’anno, come Comcast, AT&T, Google e
Cloudflare. Questi ultimi hanno spesso ricevuto richieste di rimozione DMCA -
un’altra legge che negli Stati Uniti protegge i contenuti sotto copyright – da
parte di grandi detentori di diritti.
Il FADPA definisce un
sito di pirateria estero come una piattaforma gestita da un’entità non
statunitense o di localizzazione incerta, progettata principalmente per violare
il copyright e priva di un uso commerciale significativo al di fuori della
pirateria.
Si fa riferimento alla sede legale negli Stati Uniti, che dev’essere
provata: anche i soggetti per cui non si può stabilire se siano o meno negli
Stati Uniti sono definiti come “stranieri”.
Pur cercando di
impedire l’accesso ai siti pirata, la legge non impone misure specifiche di
blocco ai provider né vieta l’uso di VPN per aggirare le restrizioni.
Inoltre, i provider
che rispettano l’ordine del tribunale sarebbero protetti da eventuali azioni
legali da parte dei siti bloccati e dei loro utenti, anche se un ordine di
blocco venisse successivamente invalidato.
Un altro punto chiave
riguarda i siti che tentano di eludere le misure legali cambiando nome o
dominio. In questi casi, gli ISP potrebbero essere autorizzati ad aggiornare
direttamente gli ordini di blocco.
Il FADPA prevede che
ogni ordine di blocco venga pubblicamente documentato, includendo dettagli su
chi lo ha richiesto, il sito bloccato e la durata della misura. Tuttavia,
alcune informazioni potrebbero essere oscurate se ritenute una minaccia alla
sicurezza nazionale o alle indagini in corso.
Il disegno di legge ha
ricevuto l’appoggio di diverse organizzazioni e associazioni di categoria, tra
cui SAG-AFTRA, che rappresenta attori e attrici; l’Authors Guild, che protegge
il lavoro degli scrittori; l’International Alliance of Theatrical Stage Employees
(IATSE), che rappresenta tecnici, artigiani e altro personale dell’industria
dell’intrattenimento; e la stessa MPA.
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