SongDNA di Spotify svela autori, produttori e tecnici di ogni brano

Ogni volta che si ascolta una canzone su Spotify, in realtà si sta ascoltando il lavoro di una piccola armata invisibile. Quel ritornello che perseguita per giorni, forse l’ha scritto un perfetto sconosciuto. Quell’assolo di batteria che fa venire voglia di spaccare tutto, probabilmente è merito di un tecnico del suono che nessuno ringrazia mai. Ogni brano musicale è frutto di un gioco di squadra, e Spotify sta per rendere visibile l’invisibile con una funzione chiamata SongDNA.

È un modo per navigare tra i crediti musicali come se fossero una mappa del tesoro, per scoprire chi ha fatto cosa e come tutte queste persone siano collegate tra loro in una ragnatela di collaborazioni, remix, featuring e progetti paralleli.

SongDNA di Spotify, per scoprire la rete di persone dietro ogni canzone, dai parolieri ai tecnici del suono

La reverse engineer Jane Manchun Wong, ha scovato SongDNA rovistando nel codice dell’app di Spotify, ed è riuscita persino a fare lo screenshot di come apparirebbe la funzione una volta rilasciata al pubblico.

L’idea è creare un’esperienza visiva dove si può cliccare sui crediti, vedere come le persone sono connesse tra loro, un po’ come LinkedIn, ed esplorare i vari lavori di ognuno. Wong ha mostrato un esempio con Rei Ami, un’artista del cast di “KPop Demon Hunters”, che ha prestato la voce ad altri brani oltre a quelli del film. Improvvisamente, quella voce che si riconosceva ma non si riusciva a collocare trova un volto, un nome, una storia.

Subito dopo che Wong ha pubblicato gli screenshot sui social media, Spotify ha fatto quello che fanno tutte le aziende quando vengono colte in flagrante: ha aggiornato l’app per cancellare ogni riferimento a SongDNA. Puff, sparito tutto. Come se niente fosse mai esistito. Quando TechCrunch ha chiesto spiegazioni, Spotify ha risposto con il classico “no comment”.

Ma Internet non dimentica, e soprattutto i nerd non mollano mai. Chris Messina, un altro reverse engineer ed esperto tech, ha confermato l’esistenza di SongDNA trovando altri riferimenti nel codice dell’app. Anche secondo lui, le righe di codice suggeriscono che la funzione servirà proprio a rivelare la rete di collaboratori dietro le canzoni.

Quando la notizia ha iniziato a circolare, alcuni hanno ipotizzato che SongDNA potesse essere la risposta di Spotify al Music Genome Project di Pandora, quel sistema complesso che usa centinaia di “tratti” per classificare i brani e determinare come sono correlati a livello musicale. Ma sembra che non sia così. SongDNA non è interessata alla musica in s, ma alle persone.

Spotify sfida TIDAL?

Se Spotify dovesse davvero rilasciare SongDNA al pubblico, entrerebbe in competizione diretta con i crediti interattivi di TIDAL, che già offre la possibilità di esplorare la musica attraverso i collaboratori. Ma TIDAL, con tutto il rispetto, non ha 600 milioni di utenti come Spotify.

Per i professionisti dell’industria musicale potrebbe diventare uno strumento di lavoro essenziale. Per gli ascoltatori comuni, potrebbe essere semplicemente un modo per dare finalmente un volto e un nome a quelle persone che lavorano nell’ombra, quelle che nessuno ringrazia mai quando il disco diventa platino. A questo punto, chissà quando Spotify deciderà di lanciare ufficialmente SongDNA!

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