salta l’accordo tra Sony e Intel

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A quanto pare anche la PlayStation 6 sarà basata su chip AMD, come l’attuale PS5 (e relativa variante Pro): Intel aveva provato ad accaparrarsi l’ordine di Sony, ma in ultimo non ce l’ha fatta. Lo riporta Reuters con un’indagine piuttosto approfondita e dettagliata sui fatti che si sono svolti più o meno un paio di anni fa. A quanto pare la società guidata da Pat Gelsinger e Sony non riuscirono a mettersi d’accordo sui prezzi: Intel riteneva che l’offerta del colosso giapponese non offrisse margini sufficienti e quindi decise di lasciare perdere, lasciando la strada spianata ad AMD, l’altra finalista tra i potenziali candidati.

Le console sono prodotti di elettronica di consumo che, per i prezzi che hanno, tendenzialmente offrono ottime prestazioni: tutto questo per dire che, come spesso accade nei prodotti che vengono venduti nell’ordine di grandezza delle decine di milioni di unità (per riferimento: Sony ha venduto in totale oltre 117 milioni di PS4, e quasi 63 milioni di PS5 finora), sono i grandi numeri ad attirare i fornitori. I margini di profitto sono inferiori rispetto a dispositivi di fascia più alta, ma ci si assicura una fonte di introiti stabile e regolare per qualche anno.

L’affare avrebbe permesso a Intel di dare una spinta anche alle sue fonderie, non solo alla divisione di progettazione dei chip, invece di alimentare una TSMC che è già leader tecnologica assoluta. Erano tempi diversi, però: l’idea di offrire le proprie fonderie a clienti terzi era molto giovane, e ancora non si sapeva ciò che si sa oggi, e cioè che fino a questo momento l’iniziativa è stata un mezzo disastro con perdite ingenti, pochi clienti (almeno grossi e prestigiosi) e un processo produttivo che è ancora indietro rispetto a TSMC.

Il vantaggio, dice sempre la fonte, è che la permanenza in casa AMD assicurerà la retrocompatibilità dei giochi per PlayStation 5, che passando a Intel sarebbe stata a rischio. Difficile capire quanto sarebbe stato reale il rischio: i processori custom AMD sono basati sulle stesse architetture (per la precisione Zen 2) che vediamo sui PC – in effetti esiste un mercato di motherboard basate su chip con ogni probabilità provenienti da PS5 con alcuni difetti, che vengono venduti come delle sorte di miniPC barebone, su cui si possono installare Windows o Linux e collegare una scheda video discreta. Difficile pensare che un processore Intel si discosti dall’architettura x86 che usa anche AMD.

In ogni caso, per il momento la nuova console è ancora ben distante – almeno tre o quattro anni, se tutto va come previsto. Dal canto suo Intel è, tra tutte le aziende coinvolte contattate dalla testata americana, a rilasciare un commento sull’articolo. Dice di essere in forte disaccordo con come la società è stata caratterizzata ma “non intendiamo fare commenti su attuali o potenziali trattative con i clienti. Abbiamo un bacino di clienti molto solido, sia per i nostri prodotti sia per le fonderie, e stiamo lavorando sodo per innovare e soddisfare le loro esigenze”.



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