Riassunti AI in Google Discover: da motore di ricerca a scorciatoia

L’arrivo dei riassunti AI all’interno di Google Discover, in qualche modo, chiude un cerchio. La novità è stata avvistata ieri negli USA, introdotta senza alcun vero e proprio annuncio ufficiale. Eppure, non si tratta di un test. Da parte di bigG c’è, con tutta probabilità, la consapevolezza del potenziale impatto negativo che una funzionalità di questo genere potrebbe avere sull’attività degli editori. Meglio dunque far passare il rollout sottotraccia.

I riassunti AI in Google Discover non sono un test

Mentre testate e siti di informazione sono ancora alle prese con le difficoltà innescate dall’introduzione di AI Overview sul motore di ricerca (meno clic verso le fonti delle notizie), ecco l’ennesimo giro di vite sul traffico veicolato verso le loro pagine.

Discover, per molte realtà del mondo online, è diventato la principale fonte di sostentamento, il canale attraverso cui i lettori scoprono e consultano i contenuti pubblicati. Una dinamica che viene così interrotta, tranciata: perché approfondire e leggere un articolo per intero, se Google mi dice già tutto quello che cerco con la sua sintesi?

Laddove prima c’erano solamente il titolo e l’immagine di copertina, ora anche questo feed è arricchito da un riepilogo generato dall’intelligenza artificiale. Con buona pace di chi nella scrittura ha impiegato tempo, competenze e risorse.

I riassunti AI in Google Discover

Il gruppo di Mountain View ha confermato alla redazione diTechCrunch (da cui abbiamo tratto gli screenshot qui sopra) che non si tratta di un test, ma di un vero e proprio lancio negli Stati Uniti. La novità interessa tutti gli utenti che hanno installato l’applicazione di Google sui dispositivi mobile Android e iOS. Dovendo scommettere, punteremmo su un esordio in Europa entro l’autunno.

Da motore di ricerca a scorciatoia

Dici Google e pensi in automatico al motore di ricerca. E viceversa. È merito e conseguenza di quasi tre decenni di dominio incontrastato. Forse, ora che quel monopolio de facto (l’azienda controlla l’89,54% delle query a livello globale) le consente di manipolare a suo piacimento le modalità di accesso e di fruizione dei contenuti, anche chi ha sempre ignorato le preoccupazioni manifestate a livello antitrust inizierà ad avvertire l’importanza di una concorrenza reale, all’interno di un mercato che oggi vede un solo protagonista fagocitare quasi per intero la torta del market share.

Potrebbe comunque già essere troppo tardi, per una presa di coscienza. Anzi, lo è. Google rassicurerà tutti garantendo che AI Overview e i riassunti AI in Discover sono mani tese al mondo dell’editoria online (come ha già provato a fare), ma la realtà dei fatti è un’altra e gli addetti ai lavori la conoscono bene.

L’arrivo di quest’ultima novità, dicevamo, in qualche modo chiude un cerchio. Così facendo, bigG si allontana in un certo senso da quel suo ruolo storico di motore per l’indicizzazione dei contenuti e muta in qualcosa di più simile a una scorciatoia per l’accesso alle informazioni. Non più un servizio attraverso cui trovare, ma su cui consultare.

Alla fine, a chi interessa davvero?

Sia chiaro, è tutto legittimo, dalla sua posizione di forza e rincorrendo i propri obiettivi. Anche gli utenti ne potranno beneficiare, a patto che l’intelligenza artificiale non inciampi in errori e allucinazioni mostrando il fianco alla disinformazione. Ne rimarranno purtroppo schiacciati gli editori. Dipenderà ancora una volta da ciò che si vuol leggere, ma sappiamo già come andrà a finire. L’AI non ha bisogno di consumare le scarpe (cit.) per scrivere un pezzo e gli utenti hanno sempre meno tempo per approfondire.

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