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Raspberry lancia M.2 HAT+ Compact con slot NVMe aggiuntivo

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Raspberry Pi ha annunciato oggi il lancio del nuovo M.2 HAT+ Compact, un accessorio inseribile nelle schede SBC Pi 5 con slot M.2 aggiuntivo, per l’installazione di SSD NVMe. È più piccolo ma leggermente più costoso rispetto alla versione standard M.2 HAT+, che però consente di ottenere una soluzione compatta per espandere la propria archiviazione.

Raspberry M.2 HAT+ Compact consente di espandere comodamente l’archiviazione

Raspberry M.2 HAT+ Compact consente di integrare un SSD NVMe in formato 2230 (30 mm di lunghezza) direttamente nel case originale per la Pi 5, garantendo totale compatibilità di spazio con il connettore USB e la ventola. A differenza della versione standard dell’espansione, che utilizza un cavo FPC flessibile difficoltoso da installare, il nuovo modello adotta un PCB flessibile-rigido per rendere ulteriormente più comoda l’installazione.

Lo slot SSD M.2, incluso nell’espansione, ha un’interfaccia PCIe 2.0 a corsia singola. Una soluzione sorpassata dagli standard più recenti, ma più che sufficiente per le applicazioni con le schede SBC, offrendo una velocità comunque superiore alle schede di memoria SD più veloci.

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Raspberry M.2 HAT+ Compact è disponibile presso i rivenditori autorizzati a un prezzo che sta sui 15€, un prezzo estremamente economico per chi desidera migliorare le prestazioni e le dimensioni dell’archiviazione del proprio Pi 5. L’azienda produce anche SSD NVMe 2230 proprietari, completamente compatibili con l’espansione. L’ultimo di questi è un nuovo modello da 1TB, compatibile fino allo standard PCI-E Gen 3, con 90k IOPS per letture e scritture random da 4kB.

Per chi possiede SSD di dimensioni maggiori, come i formati 2242, 2260 o 2280, la versione standard M.2 HAT+ o soluzioni di terze parti, come il Pimoroni NVMe Base, rimangono opzioni valide, sebbene meno compatte.

Rimanendo in tema, Linux 6.17 ha aggiunto due mesi fa, nel corso del suo sviluppo, il supporto per la scheda Raspberry Pi RP1. Si tratta di un lavoro svolto dal gruppo SUSE, che è stato approfondito nel nostro articolo.

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