Pubblicità in WhatsApp: nuova denuncia contro Meta?

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WhatsApp ha annunciato l’arrivo delle inserzioni nella pagina dello Stato. Secondo l’organizzazione noyb, le informazioni usate da Meta per la personalizzazione della pubblicità verranno raccolte in modo illegale, violando sia il Digital Markets Act (DMA) che il GDPR (Regolamento generale sulla protezione dei dati). Probabile quindi una nuova denuncia contro l’azienda di Menlo Park.

Vietato l’uso dei dati senza consenso

Nel comunicato stampa è scritto che le inserzioni verranno personalizzate in base a paese, città, lingua, canali seguiti, interazioni con gli annunci pubblicitari e, se WhatsApp è stato aggiunto al Centro gestione account, anche in base alle preferenze pubblicitarie e le informazioni provenienti da tutti gli account Meta.

Secondo l’avvocato Max Schrems, fondatore di noyb, Meta potrebbe violare sia il DMA che il GDPR. L’art. 5 comma 2 del DMA vieta di combinare i dati di vari servizi (Facebook, Instagram e WhatsApp in questo caso) senza il libero consenso dell’utente. In maniera simile, il GDPR richiede un consenso esplicito per le inserzioni personalizzate.

Quasi certamente, Meta sfrutterà il legittimo interesse come base legale per l’uso dei dati, lo stesso “trucco” sfruttato per Meta AI in Europa (noyb potrebbe avviare una class action). Secondo Schrems potrebbe anche usare il modello “Consent or Pay” di Facebook e Instagram, considerato illegale dalla Commissione europea.

L’organizzazione austriaca esaminerà l’implementazione pratica di WhatsApp, ovvero come verranno usati i dati degli utenti. Successivamente valuterà se presentare un’altra denuncia contro Meta. Schrems ipotizza che l’introduzione delle inserzioni spingerà molti utenti verso servizi concorrenti, tra cui Signal (Telegram è più popolare, ma non offre la crittografia end-to-end per impostazione predefinita).

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