Nel panorama sempre più affollato delle app per l’autenticazione a due fattori (2FA), si affaccia Proton Authenticator. Come si capisce dal nome, l’app porta la firma di Proton, la stessa azienda svizzera già nota per servizi come Proton Mail e Proton VPN e che recentemente ha lanciato il chatbot Lumo.
Per emergere rispetto alla concorrenza, Proton punta su codice open source, sincronizzazione crittografata, zero pubblicità e tracciamento, e compatibilità estesa a iOS e Android, Windows, macOS e anche Linux.
Il lancio arriva in un momento in cui le violazioni di account online rappresentano una delle minacce informatiche più diffuse. Eppure, molte delle app 2FA oggi in circolazione restano chiuse, non offrono backup criptati e vincolano gli utenti al proprio ecosistema.
Con Proton Authenticator, invece, è possibile esportare e importare facilmente i propri token, utilizzare la funzione offline, proteggere l’accesso con impronta digitale o PIN e sincronizzare i codici su più dispositivi con crittografia end-to-end, anche senza un account Proton.

Dal confronto diretto, si nota come sia l’unica soluzione ad offrire l’intera combinazione di funzionalità fondamentali per la privacy. Né Google né Microsoft, né le app più diffuse come Authy o Duo, raggiungono lo stesso livello di trasparenza e controllo per l’utente.