8 milioni la scorsa settimana, 9 milioni oggi: sempre più clienti di Poste Italiane sono saliti a bordo della Super App. In modo forzato, vien da aggiungere, considerando che si tratta di un obbligo in seguito all’annuncio dell’abbandono per le applicazioni di Postepay e BancoPosta. I download crescono velocemente, ma non tutti sono entusiasti del cambiamento.
Successo per la Super App di Poste Italiane
Il gruppo definisce l’applicazione all-in-one come l’unico punto d’ingresso per l’intero ecosistema
, pensato per integrare su un’unica piattaforma i prodotti e i servizi dell’azienda
, un’esperienza digitale completa, sicura e intuitiva
. Questo il comunicato pubblicato dalla redazione di Postenews.
Un risultato che dimostra l’efficacia della strategia digitale di Poste Italiane, che punta a rendere il Gruppo una piattaforma di relazione e connessione con i clienti, offrendo in modalità omnicanale servizi di qualità e tutte le novità relative all’offerta.
Quello che Poste non dice
È però proprio la natura universale della Super App che sta facendo storcere il naso a molti, insieme a tempistiche piuttosto strette per la transizione forzata. Per rendersene conto è sufficiente scorrere le recensioni su Google Play scritte nelle ultime settimane: Un’app che vuole fare tante cose, ma che tutto sommato non interessano
, Mirabile esempio di come si può peggiorare un servizio di home banking che aveva raggiunto un ottimo livello di affidabilità e funzionalità
. Qualcuno la definisce caotica e poco intuitiva
.
Molti avrebbero preferito continuare a poter utilizzare applicazioni separate per Postepay e BancoPosta. Quel che forse è peggio, è la risposta ai commenti fornita da Poste Italiane, uno spudorato copia-incolla che invita a contattare l’assistenza, ripetuto all’infinito.
Ciao, per questo tipo di segnalazione ti invitiamo a contattare l’Assistenza https://www.poste.it/assistenza.html. Grazie e continua a seguirci!
Ancora una volta, così come rischia di accadere con SPID e CIE, si stanno ignorando coloro che a fatica hanno imparato a utilizzare uno strumento, per poi vederlo rimpiazzare con un altro, senza poterne ottenere alcun vantaggio concreto. L’evoluzione dei servizi non può non considerare criteri come l’accessibilità da parte di chi ha poca dimestichezza con la tecnologia, soprattutto nel caso di Poste Italiane, che per definizione li eroga anche a una categoria di cittadini non propriamente costituita da nativi digitali.