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Piracy Shield: più blocchi, pochi errori e multe

Piracy Shield: più blocchi, pochi errori e multe

Durante il convegno “Stop Piracy. La cooperazione europea per il contrasto alla pirateria” che si è tenuto ieri all’Università Napoli Parthenope sono stati comunicati alcuni dati su Piracy Shield che evidenziano il successo ottenuto con la piattaforma nel contrasto alla diffusione illegale dei contenuti. Il Presidente di Asstel ha però sottolineato il contributo oneroso fornito dagli ISP, obbligati a bloccare l’accesso ai siti pirata.

Ultimi dati su Piracy Shield

I dati più recenti sono stati comunicati da Giacomo Lasorella (Presidente AGCOM). Dal 1 febbraio 2024 al 30 settembre 2025, i titolari dei diritti (sono sei in totale) hanno inviato 66.370 segnalazioni tramite Piracy Shield (12.534 indirizzi IP e 53.836 nomi di dominio) che hanno portato al blocco della trasmissione entro 30 minuti. Solo lo 0,01% dei contenuti è stato bloccato per errore, ma i segnalatori hanno subito posto rimedio utilizzando il meccanismo contro l’overblocking.

STOP PIRACY -LA COOPERAZIONE EUROPEA PER IL CONTRASTO ALLA PIRATERIA

Queste sono statistiche riferite quasi esclusivamente al blocco dei contenuti sportivi. L’uso della piattaforma è stato esteso recentemente a film, serie TV e musica (a fine settembre è stata bloccata una IPTV pirata che trasmetteva X Factor 2025).

Il Presidente AGCOM ha confermato che Google collabora attraverso un meccanismo di segnalazione dedicato. Anche se l’azienda non è iscritta a Piracy Shield rimuove i link dal motore di ricerca. Nessuna collaborazione invece da parte dei provider VPN, CDN e DNS (uno di essi è Cloudflare).

Durante il convegno è stata evidenziata anche la necessità di bloccare l’uso delle app IPTV che possono essere installate sulla smart TV. Sono in corso discussioni con i principali produttori, tra cui Samsung e LG.

Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Serie A, ha ringraziato Guardia di Finanza e Polizia Postale per aver individuato i gestori delle IPTV pirata e inflitto migliaia di multe agli utilizzatori dei servizi di streaming illegale.

Il blocco dell’accesso ai siti pirata viene effettuato dagli ISP (Internet Service Provider). Pietro Labriola (Presidente di Asstel) ha sottolineato che gli ISP non partecipano alla catena della pirateria (non sono né editori né distributori), ma devono disattivare tempestivamente i canali illeciti. Labriola ha quindi dichiarato:

Se un soggetto privato è chiamato per legge a svolgere una funzione pubblica, non può restare privo di riconoscimento economico e istituzionale. È dunque necessario definire regole chiare, sostenibili e proporzionate che prevedano forme di ristoro e valorizzazione del ruolo degli operatori.

In pratica deve essere riconosciuto il costo necessario per bloccare i siti pirata entro 30 minuti, considerato che Piracy Shield viene ora utilizzata per segnalare anche contenuti diversi da quelli sportivi.

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