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Piracy Shield per la TV: bloccato un sito con X Factor

Piracy Shield per la TV: bloccato un sito con X Factor

Detto, fatto: Piracy Shield è entrato in azione per oscurare un sito che rendeva illegalmente disponibile in streaming un programma TV. Si tratta di X Factor, talent show musicale trasmesso in Italia da Sky. È il primo impiego documentato della piattaforma al di fuori dell’ambito calcistico e sportivo.

Il nuovo Piracy Shield a tutela dei programmi TV

Trovano così applicazione le modifiche al regolamento sul diritto d’autore introdotte nei mesi scorsi da AGCOM, che ne estendono l’utilizzo anche al contrasto della pirateria musicale.

Nel dettaglio, il 17 settembre l’Autorità ha pubblicato la Determina 125/25/DDA in cui si legge che il sito http://tamme-na-man.dtsinc.**(ora non più raggiungibile) ospitava una significativa quantità di opere digitali accessibili tramite streaming, tra le quali era presente anche il programma di intrattenimento X Factor 2025. Nel dettaglio,è stata messa a disposizione la produzione audiovisiva del canale Sky Uno, tra cui rientra il programma.

… la IPTV pirata oggetto del presente provvedimento distribuisce il segnale video agli utenti che, dietro il pagamento di cifre sensibilmente inferiori rispetto agli abbonamenti legali, vengono abilitati alla visione di numerosi contenuti a pagamento su tutti i principali dispositivi.

È dunque scattato il blocco DNS attraverso Piracy Shield, con modalità simili a quelle già adottate per impedire la trasmissione non autorizzata delle partite di calcio. AGCOM ha inoltre ordinato di impedire il collegamento aogni altro futuro nome di dominio, sottodomini, o indirizzo IP, a chiunque riconducibili, comprese le variazioni del nome o della semplice declinazione o estensione … che consenta l’accesso ai medesimi contenuti diffusi abusivamente e a contenuti della stessa natura. Vale a dire che il sito non tornerà online nemmeno con un nome simile o cambiando URL, almeno in teoria.

La segnalazione che ha portato all’intervento è giunta da Sky. Potrebbe essere la prima di una lunga serie.

Le verifiche condotte non hanno permesso di risalire al proprietario del dominio, registrato attraverso il provider statunitense Name Cheap. È citata anche Cloudflare, in qualità direverse proxy.

Se da un lato la lotta alla pirateria è legittima, dall’altro i dubbi riguardanti lo strumento scelto per combatterla non mancano. Nelle scorse settimane abbiamo citato su queste pagine uno studio che porta alla luce le criticità della piattaforma, suggerendo approcci alternativi e potenzialmente più efficaci per raggiungere l’obiettivo.

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