Quanto accaduto nel fine settimana può essere eletto ad esempio ineccepibile per suggerire di prendere con le pinze ogni annuncio di una nuova rivoluzione in ambito AI. Kevin Weil, manager di OpenAI, ha pubblicato un post su X in cui affermava che GPT-5 ha trovato le soluzioni a 10 problemi irrisolti di Erdos
, ottenendo inoltre progressi su altri 11
. La comunità scientifica ha smentito in breve tempo le sue parole.
GPT-5 e i problemi di Erdos: l’AI e la matematica
Paul Erdos è stato un matematico ungherese a cui sono attribuiti alcuni dei problemi irrisolti come quello sulle progressioni aritmetiche (calcolo combinatorio), la congettura di Erdos-Gyarfas (nella teoria dei grafi) e quella di Erdos-Straus. Lasciamo ad addetti ai lavori e appassionati eventuali approfondimenti.
Sulla questione relativa ai presunti risultati ottenuti da GPT-5 è subito intervenuto Thomas Bloom, matematico che gestisce il portale erdosproblems.com (chi meglio di lui?), dichiarando che si è trattato di una drammatica rappresentazione distorta
di quanto accaduto. Il modello di intelligenza artificiale non ha risolto i problemi, ma ha trovato riferimenti a documenti nei quali sono state descritte le soluzioni ai problemi stessi, delle quali lo stesso Bloom non era a conoscenza. Una differenza non di poco conto. Gli stessi pezzi grossi di OpenAI hanno poi ammesso lo sbaglio.
La concorrenza non ha lasciato sfuggire l’occasione. Demis Hassabis di DeepMind (Google/Alphabet) ha definito l’errore imbarazzante
. Ci è andato vicino Yamm LeCun di Meta, con un altro post.
A spezzare una lancia in favore di OpenAI è però lo stesso Bloom, affermando come GPT-5 sia uno strumento incredibilmente utile per la ricerca nell’ambito della letteratura scientifica. Dopotutto, senza il clamore suscitato dallo scivolone sui problemi di Erdos, non sarebbe mai venuto a conoscenza del fatto che qualcuno ha trovato le soluzioni.
L’altro lato della medaglia è quello descritto in apertura. È sempre meglio guardare con un po’ di sano sospetto gli annunci eclatanti che giungono dall’ambito dell’intelligenza artificiale, dove stupire ad ogni costo è diventato quasi un must per stabilire la supremazia sui competitor.