Opal di Google: l’AI per creare app senza saper programmare

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Immaginiamo di poter creare un’app funzionante semplicemente descrivendo quello che si vuole, come se si stesse parlando con un amico esperto di tecnologia. Voglio un’app che mi ricordi di annaffiare le piante ogni tre giorni oppure Crea un calcolatore per dividere il conto della pizza. Opal di Google permette di fare proprio questo. Rende la programmazione accessibile a chiunque abbia un’idea.

Opal di Google, l’AI per creare app con descrizioni testuali

Opal fa parte di quella che viene chiamata “vibe-coding” – un approccio alla programmazione basato sull’intuizione e il linguaggio naturale invece che su sintassi rigide e anni di studio. Secondo Big G chiunque dovrebbe poter trasformare le proprie idee in applicazioni funzionanti, indipendentemente dal background tecnico.

Basta descrivere l’app che si vuole, e Opal la crea. Non serve conoscere JavaScript, Python, o qualsiasi altro linguaggio di programmazione. Serve solo la capacità di spiegare cosa si ha in mente, l’intelligenza artificiale si occupa del resto.

Una volta che Opal ha creato l’app, non lascia al buio su come funziona. Il tool offre un editor visuale che mostra il flusso di lavoro dell’applicazione: input, elaborazione, output. È possibile cliccare su ogni passaggio del processo per vedere i prompt che dirigono l’operazione e modificarli se necessario. È un modo interessante per imparare mentre si crea.

La galleria di app

Opal non costringe a partire da zero. Include una galleria di app esistenti che si possono “remixare”, prendere come base e modificare secondo le proprie esigenze. Una volta soddisfatti del risultato, è possibile pubblicare l’app direttamente sul web e condividere il link con amici o colleghi per farla testare. È il ciclo completo dalla idea alla distribuzione, tutto gestito da un’interfaccia che sembra più un gioco che un ambiente di sviluppo professionale.

Google sfida Cursor

Google arriva in un mercato che sta esplodendo. Startup come Lovable e Cursor stanno raccogliendo centinaia di milioni di dollari perché hanno capito che il futuro della programmazione non è riservato ai programmatori. Anche giganti come Canva e Figma stanno aggiungendo funzionalità simili, trasformando la creazione di software in un’attività creativa accessibile a tutti.

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