Per i browser basati sull’intelligenza artificiale, la memoria sui fatti dell’utente potrebbe essere il prossimo passo evolutivo. Non si tratta più solo di ricordare password o siti preferiti, ma di costruire un contesto persistente delle attività online dell’utente, capace di influenzare ogni interazione futura. È ciò che sta introducendo Dia Browser, sviluppato da The Browser Company, con una funzione di “Memory”, che recentemente è stata resa attivabile a livello di profilo, pensata per separare ambiti come lavoro e uso personale.
We quietly shipped a new version of Dia Memory — optimized for browsing and working magically in the background. Most AI apps (like ChatGPT) only know what you explicitly tell them, what you chat about. But now Dia learns more about you and what you’re working on with every new… pic.twitter.com/yu3sCRhiMN
— Josh Miller (@joshm) August 14, 2025
Dia Browser per il momento è disponibile per macOS e solo su invito (i nostri li abbiamo già finiti). Naturalmente, dopo poche settimane, Dia ha lanciato un’offerta a pagamento che permette di chattare illimitatamente. Il costo è di 20 dollari al mese.

Cos’è questa memoria del browser IA
Il meccanismo della memoria è semplice nell’uso, ma complesso nell’architettura. Durante la navigazione o le conversazioni con l’assistente integrato, Dia sintetizza l’attività in “Memories” attraverso un’elaborazione sui propri server, per poi restituirle e conservarle solo in locale.
Secondo la documentazione ufficiale, i contenuti delle pagine visitate restano sul dispositivo per 7 giorni, mentre le memorie derivate e le chat possono persistere fino alla loro cancellazione manuale.
Prima della trasmissione ai server, un filtro locale esclude automaticamente i dati sensibili(come informazioni mediche, finanziarie o credenziali) in modo che non vengano memorizzati o inviati. Tuttavia, trattandosi di un sistema basato su regole, non si può escludere che contenuti sensibili non riconosciuti possano finire nella memoria.Tra le altre cose, è un po’ quello che sta bloccando anche la funzione Recall di Windows 11 sui PC Copilot+.
Questa impostazione apre certamente interrogativi. Le memorie vengono comunque generate tramite un passaggio sui server aziendali, prima di essere archiviate sul computer dell’utente. In caso di vulnerabilità o di un data leak, soprattutto in una realtà di dimensioni ridotte come The Browser Company, la riservatezza potrebbe essere compromessa.
E il confronto con i cookie tradizionali evidenzia una differenza sostanziale. Mentre i cookie registrano principalmente dati tecnici o preferenze di navigazione per singoli siti, le memorie AI-powered creano un quadro narrativo dettagliato della vita digitale dell’utente, aggregando contenuti, interessi e schemi di comportamento.
In prospettiva, se altri browser adotteranno sistemi simili, la navigazione web potrebbe diventare un’esperienza sempre più personalizzata ma anche più tracciata. Il rischio è che, pur superando i limiti dei vecchi sistemi di profilazione, si finisca per costruire archivi di dati più sensibili, preziosi e potenzialmente vulnerabili. In un contesto in cui “il computer sa tutto di te”, la protezione di queste informazioni diventerebbe quindi non solo una priorità tecnica, ma anche politica.