Nel giorno in cui si celebra la natività, una notizia sugli oltre 100 figli messi al mondo daPavel Durov stride come il rebbio di una forchetta sul fondo del piatto al pranzo di Natale. A lanciarla (o meglio rilanciarla) è stato il Wall Street Journal, pubblicando questa settimana un articolo sul progetto tutto personale messo in campo dal fondatore di Telegram per contrastare la denatalità.
Gli oltre 100 figli di Pavel Durov
Nel luglio dello scorso anno, il numero uno dell’applicazione ha pubblicato un messaggio in cui pare stupito di quanto sia estesa la sua stessa progenie, dichiarando inoltre di voler lasciar loro la sua eredità.
Mi è appena stato detto che ho più di 100 figli biologici. Com’è possibile per un uomo che non si è mai sposato e preferisce vivere da solo?
Tutto è iniziato 15 anni fa, quando una coppia di amici alle prese con un problema di fertilità gli ha chiesto di donare il suo sperma, così che potessero diventare genitori. Afferma di aver così avvertito un dovere civico, mettendosi il più possibile a disposizione. Da lui sono nati bambini in 12 paesi del mondo.
Durov non si è limitato a questo. Ha anche lanciato un appello, dichiarando che la clinica AltraVita di Mosca conserva il suo seme, mettendolo a disposizione delle famiglie. Con una semplice ricerca abbiamo trovato la pagina dedicata sul sito ufficiale.

Ha inoltre dichiarato inoltre di voler rendere open source il proprio DNA. Il motivo? Far sì che i suoi figli biologici possano entrare in contatto più facilmente.
Un programma per la donazione
Proprio ieri, Durov è tornato sull’argomento, condividendo in un post su Xla bozza di quello che potrebbe diventare il logo del suo programma di donazione.
Non è il solo volto noto del panorama tech con la fissazione del pronatalismo. C’è anche Elon Musk, che nei suoi interventi social ha preso di mira più volte proprio l’Italia. Tutto questo nel periodo storico in cui escono allo scoperto le prime startup pronte a creare bambini geneticamente modificati. Buon Natale a tutti.

